..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 8 febbraio 2009

"THIS WILL BE A LONG AND DIFFICULT FIGHT"

Portare la pace e la stabilità in Afghanistan sarà molto più difficile che in Iraq, è stata l'espressione usata da Richard Holbrooke, intervenuto alla conferenza sulla sicurezza svolta a Monaco di Baviera, dichiarando di non aver mai, nella sua carriera politica, visto qualsiasi situazione difficile come quella che coinvolge il Pakistan e l'Afghanistan.
"A mio parere, sarà molto più severa rispetto all'Iraq", ha detto Holbrooke, che si recherà nella regione questa settimana.
Holbrooke si è recato a Monaco di Baviera insieme ad una delegazione statunitense che comprendeva anche il Vice Presidente Joe Biden e il consigliere per la sicurezza nazionale James Jones, per discutere dei conflitti internazionali come l'Iraq, il Medio Oriente e l'Afghanistan.
Il Presidente afgano Hamid Karzai ha detto alla conferenza di Monaco che, in uno sforzo per stabilizzare il paese ed arrestare l'insurrezione, il suo governo vorrebbe attuare una riconciliazione con i talebani non legati ad al Qaeda.
"Le prossime elezioni in Afghanistan ... saranno preziose opportunità per dare un nuovo impulso alla riconciliazione", ha detto Karzai.
L'amministrazione di Obama ha chiarito a Monaco di Baviera che necessita di una strategia multilaterale per risolvere i conflitti come quello in Afghanistan, coinvolgendo il maggior numero di alleati. Joe Biden, presente alla conferenza nella giornata di sabato, ha detto che sia Washington che i suoi alleati hanno dovuto assumersi la responsabilità di una strategia con "obiettivi chiari e realizzabili" in Afghanistan. L'America farà di più, ma chiederà di più ai suoi alleati - ha proseguito Biden - In merito all'Iran, Washington è pronta a discutere e offrirà a Teheran una chiara scelta tra pressioni e isolamento o una contropartita significativa se rinuncia al programma nucleare illecito e al sostegno del terrorismo. Gli Stati Uniti continueranno poi a sviluppare lo scudo antimissilistico a condizione che sia efficace e sostenibile come costi e in concertazione con la Russia.
A tal proposito il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha ricordato, ai margini della conferenza, che è stata la "prima uscita" del governo americano, "indicativa del nuovo modo di approcciare la politica internazionale". "L'intervento di Biden è stato in linea con l'impostazione che era stata data da Obama - ha proseguito il titolare di Palazzo Baracchini - vi è questa ventata di novità, per adesso enunciata ma non declinata nei comportamenti. Ma di solito questo produce un'accelerazione degli effetti positivi di una collaborazione che era e resterà ottima, quella dell'Italia con gli Stati Uniti e quella dell'Europa con Washington".
"Credo che la sicurezza europea esca rafforzata dalla riunione di oggi", ha spiegato ancora La Russa, commentando più in generale l'andamento della Conferenza di Monaco. "Non la enfatizzerei, ma neanche credo che ciò che è avvenuto oggi sia inutile", ha aggiunto. Ma ciò che soddisfa di più il ministro della Difesa è che "posizioni tradizionalmente italiane oggi abbiano una più vasta eco". "Anche l'atteggiamento che emerge da questa conferenza sulla necessità di dialogare con la Russia e ascoltare le ragioni di Mosca è una posizione che discende direttamente dallo spirito di Pratica di mare", ha precisato. "Io credo che su questo l'Italia e il presidente Berlusconi in prima persona debbano ritornare, perché sulla scia della posizione italiana oggi si è aperta un'autostrada. E' bene che l'Italia accompagni questo percorso. La strada è quella che ha tracciato Berlusconi. Se l'Italia vuole mantenere un ruolo da protagonista servono delle iniziative. Forse nel G8, ma anche in assoluto".
La delegazione americana ha concluso con gli interventi di Jones, un generale in pensione che gestisce il Consiglio: "Si tratta di un problema regionale. Siamo giunti alla realizzazione che deve essere considerata la regione nel suo insieme". "Non è semplicemente un problema americano. E' un problema internazionale - ha aggiunto - ecco perché l'amministrazione Obama lavorerà in stretta collaborazione con la NATO e con i governi afghani e pakistani per forgiare una nuova strategia globale per soddisfare gli obiettivi raggiungibili. Questo sarà uno sforzo condiviso con i nostri alleati".
Il Generale David Petraeus, Capo del Comando Centrale degli Stati Uniti, ha detto che "questa sarà una lotta lunga e difficile".

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