..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 19 marzo 2009

CRISI D'ASTINENZA

C'è la crisi, c'è la disoccupazione, c'è la cassa integrazione. Ma allora spiegatemi un paio di cose: vado all'ipermercato e incrocio decine di carrelli con dentro, oltre ai regolamentari pane e salame, uno schermo piatto LCD da 40 pollici. Prendo la statale e mi trovo in coda dietro un esodo di macchine con due paia di sci sul tetto. Salgo sulla metro e sono circondato di ragazzini che si mandano "mms" dalla testa alla coda del vagone, e ritorno, con telefonini da 300 euro. Scusate... qualcosa allora non quadra.
Io sento parlare di gente che non arriva alla fine del mese. Ma solo per capirci, non ci arriva per cosa?
Perchè se il problema è non riuscire a comprare il pane da mettere in tavola sono d'accordo, ci mancherebbe. Ma se il problema è non arrivare alla fine del mese con la ricarica del telefonino per mandare ai miei amici le foto del mio gatto mentre passeggia sulla lettiera, allora non ci sto. Se il problema è non arrivare a farmi il quarto weekend su quattro al Sestriere, allora non ci sto. Anche per questo la gente borbotta, mugugna, ma poi tira avanti. Le persone che vivono accanto a me, conoscenti e affini continuano (per fortuna) a svolgere la stessa vita dello scorso anno, con qualche scossa di assestamento ma niente di così catastrofistico, e non viviamo a Buckingham Palace. Il giorno che davvero sentiremo la crisi, quando cioè saremo noi a salire di nuovo sulle barche come abbiamo fatto cent'anni fa e come fanno oggi gli albanesi e i senegalesi a cui tanti vorrebbero lanciare siluri, allora lì saremo autorizzati a disperarci.
Ma oggi come oggi io non voglio disperarmi per la crisi dei grandi manager che hanno gettato nel cesso miliardi di dollari e di euro grazie agli abomini dei "subprime" ed altre tossicità simili. In fin dei conti, fino a che tutto è andato bene, non mi hanno mai invitato a brindare con loro.
Tremonti ci dice che il 2009 sarà peggiore del 2008. Però, in queste giornate di primavera anticipata, si sente dire che è importante percepire questa crisi per tornare alla normalità.
Allora mi domando: quale normalità?
La Fed annuncia che l'economia è ancora in contrazione; il Fondo monetario internazionale emette la stessa sentenza: il 2009 sarà marchiato dalla prima recessione mondiale dopo 60 anni di ininterrotta espansione economica. La ripresa è prevista per il 2010, ma per poter centrare l’obiettivo l’Fmi invoca interventi immediati da parte del G20, soprattutto per contenere l’ulteriore deterioramento del settore bancario.
Quest'ultimo, in Italia, può addirittura emettere delle obbligazioni speciali che il ministero del Tesoro si è detto pronto a comprare.
Continuo a non capire. Chi aveva le pezze al sedere continua ad averle, sento i telegiornali dire di aumenti nei generi alimentari eppure da un anno a questa parte quando vado a far la spesa vedo che i prezzi sono sempre uguali (e poi basta avere un po' d'intelligenza, se vedo un cavolfiore a 2 euro al chilo non lo compro). Vedo la gente che continua a spendere e spandere, i locali son sempre pieni, la "montagna" quest'anno ha avuto un boom. Dunque questa normalità dove albergherebbe?
Ci sono “single” che si lamentano perché con 1500 euro al mese non riescono a strafogarsi di aperitivi tutte le sere, con annessi locali da ballo.
Stiamo mancando l'occasione della crisi. Abbiamo l’astinenza del comprare un bene superfluo per seguire determinate regole di mercato e/o di tendenza, senza neppure sapere cosa abbiamo comprato. "C'è crisi" perché la gente ha scoperto che anche i "piccoli lussi" non sono la norma, altro che normalità. Di conseguenza, l'economia drogata anche da quei piccoli lussi, ne risente.
Se il tornare alla normalità significa nuovamente generare il mostro dei subprime, far collassare il credito maneggiando incautamente le carte di debito, spendendo in maniera scriteriata, allora è meglio frequentare il salotto di casa, magari con un piatto di spaghetti, per disintossicarsi dalla "crisi".

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