Inquietante la lunga intervista che Beshir al Assad ha rilasciato stamane a Repubblica. Due pagine per lanciare in apparenza la piena disponibilità a un appeasement con gli Usa di Obama e contemporaneamente ribadire, con puntiglio sfacciato, tutte, ma proprio tutte le posizioni oltranziste e guerrafondaie che la Siria sostiene da 40 anni sotto il tallone di ferro dei due dittatori, padre e figlio.
Pieno sostegno alle organizzazioni terroristiche Hamas e Hezbollah, che ancora due giorni fa ha dichiarato per bocca dello sheikh Nasrallah il proprio progetto strategico di “distruggere Israele”; rivendicazione piena e totale del recupero della sovranità sulle Alture del Golan; scarico totale su Ehud Olmert della responsabilità del fallimento della mediazione del turco Tayyp Erdogan tra Siria e Israele, là dove è stata invece Damasco a rifiutare nettamente la richiesta di un allentamento dell’armamento di Hezbollah e Hamas; ribadita volontà di mantenere il “protettorato libanese”, non più manu militari, ma – appunto – tramite Hezbollah. Unica novità, il lancio formale del ruolo di mediazione tra Iran e Obama.
Mediazione che ha del tragicomico nel momento in cui Teheran rifiuta nettamente ogni e qualsiasi ammorbidimento della sua posizione e dei suoi progetti nucleari e pretende che Obama si sieda al tavolo già perdente in partenza. Nulla di strano: la grande resistenza al potere di Hafez al Assad, padre di Beshir, è sempre stata quella di proteggere tutte le organizzazioni e iniziative terroristiche e destabilizzanti possibili e immaginabili (incluso Abu Nidal, inclusi gli assassini dei dirigenti di al Fatah), proponendosi contemporaneamente come “mediatori” in tutti i tavoli di trattativa possibili e immaginabili per condurre trattative tanto sfiancanti, quanto inconcludenti, inclusa – non va dimenticato – la piena partecipazione di Damasco alle trattative dal 1993 al 2000 successive agli accordi di Oslo e al trattato Arafat-Rabin...
Strana, stranissima, misteriosa è e continua ad essere la piena apertura di credito ...continua
Pieno sostegno alle organizzazioni terroristiche Hamas e Hezbollah, che ancora due giorni fa ha dichiarato per bocca dello sheikh Nasrallah il proprio progetto strategico di “distruggere Israele”; rivendicazione piena e totale del recupero della sovranità sulle Alture del Golan; scarico totale su Ehud Olmert della responsabilità del fallimento della mediazione del turco Tayyp Erdogan tra Siria e Israele, là dove è stata invece Damasco a rifiutare nettamente la richiesta di un allentamento dell’armamento di Hezbollah e Hamas; ribadita volontà di mantenere il “protettorato libanese”, non più manu militari, ma – appunto – tramite Hezbollah. Unica novità, il lancio formale del ruolo di mediazione tra Iran e Obama.
Mediazione che ha del tragicomico nel momento in cui Teheran rifiuta nettamente ogni e qualsiasi ammorbidimento della sua posizione e dei suoi progetti nucleari e pretende che Obama si sieda al tavolo già perdente in partenza. Nulla di strano: la grande resistenza al potere di Hafez al Assad, padre di Beshir, è sempre stata quella di proteggere tutte le organizzazioni e iniziative terroristiche e destabilizzanti possibili e immaginabili (incluso Abu Nidal, inclusi gli assassini dei dirigenti di al Fatah), proponendosi contemporaneamente come “mediatori” in tutti i tavoli di trattativa possibili e immaginabili per condurre trattative tanto sfiancanti, quanto inconcludenti, inclusa – non va dimenticato – la piena partecipazione di Damasco alle trattative dal 1993 al 2000 successive agli accordi di Oslo e al trattato Arafat-Rabin...
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pubblicato su "l'Occidentale"
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