Paul Krugman, Columnist per il New York Times, dalla "Coscienza di un liberale" scrive di una vittoria delle idee degli zombie, parlando del piano di salvataggio delle banche.
L'amministrazione Obama sposa l'idea che non c'è niente di fondamentalmente sbagliato nel sistema finanziario, idee condivise da Tim Duy secondo il quale non ci sono cattive attività.
La tesi del Columist, molto radicale, tende a mettere in risalto la gravità della crisi finanziaria, evidenziando come la cura Geithner non è sufficiente, anzi, affermando che quando il piano fallirà, l'amministrazione non sarà in grado di tornare al Congresso per un piano che possa effettivamente funzionare.
Secondo Krugman è arrivato il momento di nazionalizzare le banche, visto che questo piano produrrà grandi benefici per le banche che non hanno effettivamente bisogno di aiuto.
Dal suo blog, Krugman, si domanda: "Non si accorge, il Tesoro, che tutte queste proposte sono identiche? O se ne accorgono, ma sperano che nessuno se ne accorga? Sono stupidi, o credono che gli stupidi siamo noi?".
In settimana dallo stesso NYT sono arrivati altri attacchi all'amministrazione Obama, visto il continuo tentennare di fronte ad una tematica che lo stesso Barack Obama aveva definito prioritaria.
L'America e Obama si trovano prima del previsto davanti ad un bivio: la vittoria elettorale dello scorso novembre con paillettes e lustrini sembra oramai lontana, mentre la crisi sempre più viva. Alcuni si sono cominciati a domandare se la luna di miele sia già finita oppure deve ancora cominciare, certo è che per Maureen Dowd le cose appaiono già abbastanza chiare: "...The tableau of Michelle Obama hoisting a pitchfork on Friday with her sinewy arms and warning that the commander in chief would be commandeered into yard work left me wondering if the wrong Obama is in the Oval".
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