Ai tempi del grande entusiasmo neocon, quando analisti come David Frum scrivevano che bisognava spaccare in due l’Arabia Saudita (tenendosi i pozzi petroliferi e abbandonando la monarchia regnante al suo destino), i Saud erano come fumo negli occhi a Washington. Secondo la teoria dell’“effetto domino”, gli Usa avrebbero dovuto “liberare”, uno alla volta, l’Iraq, l’Iran e alla fine affrontare il vero male che era concentrato in Arabia Saudita. E c’è stato un momento in cui davvero principi e sovrani arabi devono aver pensato che la sacra alleanza con gli Usa era finita.
Ma Bush fu molto chiaro: se combatterete seriamente Al Qaeda invece di favorirla come avete fatto fino all’11 Settembre, gli Stati Uniti saranno a fianco dei governi arabi e musulmani nella guerra mondiale contro il terrorismo jihadista. Il presidente americano cercava quindi di riprendere il controllo di una situazione – quel grumo di interessi che unisce storicamente Washington ai sauditi – che sembrava essergli sfuggita di mano. ...continua
Intanto "The Nation" (Pakistan) parla di indebolimenti.
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