..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 7 marzo 2009

L'AMERICA E L'IRAN

George W. Bush considerava l’Iran parte integrante dell’asse del male, un paese con cui non si poteva dialogare. Eppure, a fari spenti, durante la presidenza del terribile texano ci sono stati almeno 28 incontri diplomatici diretti e di alto livello tra americani e rappresentanti del regime islamista di Teheran, sulla situazione in Afghanistan e in Iraq e, a luglio dello scorso anno, anche sulle questioni nucleari.
Il dialogo diretto con l’Iran, o attraverso gli alleati, c’è stato anche prima, ma l’approccio di Obama è radicalmente opposto a quello di Bush, soprattutto nella sua esposizione pubblica. Obama ha vinto le primarie democratiche e poi le elezioni dicendo che con i nemici si parla, quindi anche con l’Iran, specie perché ha un ruolo di paese cardine di tutte le crisi mediorientali, da Gaza al Libano, dalla Siria all’Afghanistan all’Iraq. Ma dietro le quinte di questa grande apertura all’Iran, il presidente Obama, con Hillary Clinton e Dennis Ross, sta lavorando senza pausa per convincere la comunità internazionale, sostanzialmente russi e cinesi, ad adottare sanzioni dure contro gli ayatollah, perché in questi primi giorni di presidenza si è reso conto che per cambiare la politica iraniana ha bisogno di intensificare le pressioni economiche sul regime.
Bush non c’era riuscito, anche a causa dei toni ultimativi sul bene e sul male che hanno guidato la sua politica estera post 11 settembre ...continua

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