..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

lunedì 27 aprile 2009

MILANO, LA VERA AMERICA

L’arrivo dell’Europa con Lisa America netta su Lorenz del Ronco, Lana del Rio e Le Touquet (Grasso)

Lisa vince l’Europa al mondiale di 1.11.1 in una giornata piena di velocità

La femmina di Riordan sprinta negli ultimi 500 e conclude su Lorenz, Lana e Le Touquet


L’America è a Milano. Almeno per un giorno. Un pomeriggio nel quale l’Alta velocità italiana ha regalato spettacolo e record. Un pomeriggio che, probabilmente, è stato nel complesso il più rapido della storia del trotto italiano. Che, tanto per cambiare, ha dimostrato come la fascia top della nostra ippica sia davvero di alta qualità, come i salumi, i formaggi, il vino, i mobili, ovvero tutto quel made in Italy che è una delle bandiere del nostro Paese. L’Europa è di Lisa, un pezzo d’America trapiantato in Italia. Con l’1.11.1 sui 2100 metri che vale il record del mondo assoluto eguagliato, nonché il primato femminile. E se è vero che le prestazioni sull’ottovolante da un chilometro di San Siro sono tutte da “tarare”, è altrettanto vero che per anni siamo stati abituati a guardare con ammirazioni ai primati che arrivavano dagli Usa, sui tracciati da un miglio, considerando quei tempi come dei riferimenti assoluti. E che anche oggi accettiamo le velocità che arrivano da Vincennes o da Solvalla, che valgono come quelle di Milano. La bellezza dell’Europa 2009 non sta solo nel record. Perché l’anomalia (positiva) di questa corsa consiste soprattutto nel modo in cui i protagonisti l’hanno affrontata, con l’obiettivo di vincere, di lottare contro i rivali, rendendo spttacolare una corsa che, con la favorita in testa, avrebbe potuto (come è accaduto spesso e volentieri) trasformarsi in un viaggio noioso. Invece c’è stata battaglia, suspence, e il gran premio è stato un bello spot per il settore. La bellezza dell’Europa 2009 è quella dell’alta qualità, della corsa e più in generale dell’intera giornata, che anche nel contorno ha proposto corse con diversi motivi di interesse, anche quelle che sarebbero state “normali” e che invece la trasformazione in “finali” ha reso diverse dalla routine. Un pomeriggio che, complice anche il clima per un giorno favorevole, ha portato a San Siro trotto un bel po’ di gente, quantificata dai dati ufficiali in oltre 5000 presenti. Dati che propongono un gioco sul campo di circa 150mila euro che sommati a quanto arrivato dal riversamento e da quanto giocato nel circuito dell’ippica nazionale e internazionale porta a un totale sotto il milione di euro, poco per la verità anche per la presenza in giornata di troppe prove in contemporanea in una giornata nella quale Firenze galoppo ha fatto la parte del leone (oltre 240mila euro giocati solo sullArno). I cavalli italiani viaggiano come Eurostar e continuano a dimostrarlo, tanto che sabato, mentre a Milano Lisa America vinceva l’Europa, il suo predecessore Igor Font dominava il Finlandia Ajo. E con i risultati continuano ad arrivare conferme anche sulla necessità (almeno se si vuole essere competitivi poi nelle corse che contano) di non esagerare con i giovani, andando ancora più con la mano di velluto con i giovanissimi. Sono i risultati a dirlo, quelli che evidenziano come i migliori cavalli italiani sono quelli che non sono quasi passati nel tritacarne dei 2 anni e che nella stagione classica dei 3 non sono andati alla ricerca di tutte le occasioni. L’ennesimo segnale arrivato da Milano è importante per molti aspetti. Ed è un altro segnale di vitalità dell’ippica. Che andrebbe prima di tutto valutato e portato al centro di tutto. Perché vale molto più dei troppi proclami e di quei percorsi allo stesso tempo banali e tortuosi che vengono “annunciati” da mesi come medicine miracolose inventate da irraggiungibili dottori giunti da altri mondi. Che in realtà contengono probabilmente solo un po’ di acqua e zucchero abilmente inseriti in una bottiglia dal marchio prestigioso.

Marco Trentini

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