Per spiegare la carenza di magistrati in molte procure del Mezzogiorno, ma anche del nord, bisogna anche ''prendere in considerazione i gravi attacchi che nell'ultimo periodo ha subito la figura del pm, il timore della separazione delle carriere che indubbiamente costituisce un momento di forte apprensione anche a chi si appresta a svolgere la funzione''.
A dirlo è' stato il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara. Per ovviare alle carenze, l'Anm, ha spiegato Palamara, ha proposto di dare incentivi sulla professionalità anche a chi rimane negli uffici disagiati e, soprattutto, di prevedere una deroga alla legge consentendo anche a chi svolge le funzioni giudicanti di poter svolgere le funzioni requirenti.
La posizione del Presidente dell'ANM lascia di stucco: l'avversità del sindacato delle toghe a qualsiasi ipotesi di separazione delle carriere era ben nota, ma mai era emerso il desiderio dell'Associazione di veder unificate non solo le carriere ma persono le funzioni dei Magistrati.
Com'è possibile, vien da chiedersi, che il Dottor Palamara non ravvisi alcuna anomalia in una proposta secondo cui lo stesso magistrato potrebbe al contempo svolgere funzioni requirenti e funzioni giudicanti?
Crede forse il Presidente dell'ANM che sia sufficiente cambiar di posto nell'aula di udienza per dar corpo alla parità di diritti tra accusa e difesa rispetto alla pretesa terzietà del giudice?Quand'anche - ed è tutto da dimostrare - la "ricetta" dell'ANM giovasse alla soluzione del problema della copertura degli organici nelle Procure meridionali, possibile che non ci si ponga, ancora una volta, il problema di assicurare al tempo stesso "quantità" e "qualità" di Giustizia al cittadino utente?
Temiamo, ahinoi, di conoscre la risposta: già scritta in tutte le proposte ed i provvedimenti che da qualche anno altro fine non perseguono se non quello di rendere più celere un servizio sistematicamente a scapito della qualità dello stesso.
Ma non era questa la giustizia che volevamo. E non è questa la giustizia che vogliamo.
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