La partita è finita 1-0 per il Manchester Utd, che nella semifinale di Champion League affrontava i londinesi dell'Arsenal. Meritando. Ma questo aspetto non mi interessa.
Mi piace di più affrontare la tematica del comportamento, dello spirito: contrasti, spinte, scivolate, senza quasi mai togliere la gamba. In tutto questo nemmeno una parola, nemmeno una protesta (a dir la verità Cristiano Ronaldo un paio di proteste le ha fatte).
Novantaquattro minuti di calcio, e la notizia, nonostante si giocasse in Inghilterra e tra due squadre inglesi, e che chi, inglese non è, si è comportato come lo fosse: fair play prima, durante e dopo.
Penso. Io che gli inglesi non li ho mai troppo digeriti (non è razzismo, non sia mai), per una certa saccenza che mai hanno nascosto, li ammiro per un movimento che hanno reso (debiti a parte) perfetto. Ma lo avete visto il pubblico pagante? Durante le rimesse laterali, si intravedevano in sequenza: la nonnina che con molta probabilità lavora all'uncinetto producendo sciarpe biancorosse in serie, il dipendente delle poste con tanto di maglietta, due genitori alle prese con i figlioletti di 15 anni fomentati dalle gesta di Rooney e compagni; uno spettacolo nello spettacolo.
E poi il campo. Giocatori da ogni angolo del pianeta che, nel pieno rispetto delle regole scendono sul terreno di gioco consci di giocare al gioco più bello del mondo: mai una simulazione (allora si che il pubblico potrebbe inveire), ad ogni contrasto subito in piedi per riprendere possesso dell'arnese di lavoro, ad ogni fallo fischiato (veritiero o meno) la consapevolezza di marcare subito il diretto avversario, senza perdere la concentrazione in discussioni inutili.
Al teatro dei sogni sono scesi in campo (con merito) i campioni del mondo, contro quelli che, forse, campioni del mondo tra un paio d'anni potrebbero esserli (l'età media dei "gunners" di Arsen Wenger si aggira sui 25 anni), giocando con intensità e finendo la gara tutti ad applaudire tutti (rimarco volentieri che è stata una semifinale di Champion League).
Ieri, i vice campioni d'Europa, hanno fermato sullo 0-0 uno squadrone che in questa stagione ha segnato oltre i 110 gol, rimandando la qualificazione nei novanta minuti conclusivi allo Stamford Bridge.
Peccato che sarà Roma ad ospitare una finale che potrebbe essere, nuovamente, tutta inglese. Onestamente non ci meritiamo nemmeno di ammirare come al calcio si dovrebbe giocare, e soprattutto pensare.
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