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lunedì 6 luglio 2009

LAGUNA SECA: LA GARA

Quando parte in testa e nei primi giri riesce a guadagnare un buon margine è imprendibile, nonostante un brivido finale, nonostante un mezzo miracolo di Valentino Rossi. Dani Pedrosa, velocissimo, è dal 2007 a questa parte l’unico che riesce a far volare la Honda in MotoGP, fino portarla al successo a Laguna Seca per la prima affermazione stagionale della casa dell’ala dorata. Un successo, il 30° in carriera (settimo nella classe regina, secondo tra i piloti in attività dietro solo a Rossi), maturato un pò a sorpresa, un pò per dare un seguito ai progressi mostrati nelle ultime gare e, specialmente, questo fine settimana. Sin dal primo turno di prove Pedrosa ha mostrato un buon ritmo: non tanto la prestazione assoluta in sè, quanto con un rendimento esaltato in gara da una condotta semplicemente esemplare. Una partenza che può risultar “scontata”, la solita del pilota catalano: primo alla prima curva, un proiettile dalla quarta posizione in griglia. Va poi spiegato che in 200 metri di piega a sinistra, con un dislivello notevole, scavalcando all’esterno Rossi, Stoner e Lorenzo non è proprio cosa da tutti. Lo è per Pedrosa che consegna così la prima vittoria in questo 2009 alla Honda, riportandosi a 59 punti dalla vetta in classifica, per una gara che sarebbe stata altrimenti fallimentare: Dovizioso ripete il “vizio” di volare a terra gettando al vento ottime occasioni, Elias fa progressi, ma è comunque sesto con la RC212V “Factory Spec.” del team Gresini.
Pedrosa vince e, volendo, si ripropone tra i protagonisti di un mondiale che riconferma la forza della Yamaha, sul podio con Valentino Rossi ed uno straordinario Jorge Lorenzo, terzo dopo volo e infortunio di 24 or sono. Il maiorchino è stato a dir poco eccezionale, tanto da ritrovarsi con l’occasione di passare il compagno di squadra a cinque tornate dal termine. L’errore è costato un potenziale secondo posto ed una… vittoria, dato che il 100 volte vincitore di un GP è arrivato all’ultimo giro attaccato al codino della Honda RCV di Pedrosa. Solo tre miseri decimi hanno separato i due sul traguardo, per i 32 giri più caldi ed intensi della stagione.
Che dire di Casey Stoner? Quarto, stringendo i denti, ma con la visita di domani nella Clinica di San Francisco vista un pò come una tappa a Fatima: doveroso, per lui, per la Ducati, per il campionato in sè trovar coscienza ed un rimedio a questi problemi che lo attanagliano da un mese a questa parte. Una prima parte di gara da Leone, un finale da depressione, quarto e… ultimo, dato che poi c’è un’altra “classe” vinta da Nicky Hayden, ispirato dalla gara di casa e dalla livrea “americana” della sua Ducati. La miglior gara stagionale, una prestazione positiva davanti ad Elias, Edwards e Vermeulen, due che in questi anni in California erano grandi protagonisti. Non c’è stato nulla da fare invece per Loris Capirossi, scivolato subito al secondo giro, e per Marco Melandri, comunque nella top ten con una Kawasaki adesso sì da definirsi, priva di sviluppi, “reperto storico”. Qualche punticino per Niccolò Canepa, dodicesimo, favorito dai vari ritiri, ma comunque a 1′18″ dalla vetta.
Cronaca di Gara
All’esterno Dani Pedrosa riesce a prender il comando alla curva 1, chiudendo in testa anche all’Andretti Hairpin davanti a Stoner, Rossi, Elias, Dovizioso e Lorenzo partito non benissimo. Subito schermaglie al comando, con Rossi che si fa largo su Stoner proprio lì, proprio al Cavatappi, prendendo la seconda posizione alle spalle della Honda #3 di Pedrosa. Il primo giro si chiude con lo spagnolo leader su Rossi, Stoner, Dovizioso risalito al quarto posto a preceder Lorenzo, Elias, Hayden e Capirossi: non si registrano cadute e/o contatti. In archivio anche il secondo giro e Stoner scavalca in prossimità del traguardo Rossi, reagendo e rispondendo subito all’attacco del “Dottore” in un compatto gruppo di testa. In fondo si registra invece la caduta di Gabor Talmacsi, al primo errore nella sua esperienza in GP, mentre Loris Capirossi si ritira in seguito ad una scivolata.
Partenza anticipata di James Toseland, ride through comminatogli dai commissari di gara per una gara che si prospetta in salita. Finita invece per Andrea Dovizioso, scivolato al settimo giro all’ingresso della curva numero 6, e per Sete Gibernau, con un analogo errore. La classifica? Pedrosa comanda con minimo margine su Stoner e Rossi, segue Lorenzo, seguono più staccati Elias ed un redivivo Hayden, ispirato dalla gara di casa e dalla livrea “Stars and Stripes” della propria Ducati Desmosedici. Non si ferma invece per la penalità James Toseland, bandiera nera e la California diventa maledetta per “Giacomino”, il quale prova a scontare il ride through con discreto ritardo.
Si ritorna al comando e Rossi scavalca Stoner nel corso dell’undicesimo giro: l’australiano resta attaccato alla Yamaha #46, entrambi a 2″6 da Pedrosa che sta letteralmente volando e, attenzione, Lorenzo è in deciso recupero. Più che guadagnar il maiorchino, perde l’australiano, probabilmente per i soliti problemi delle ultime gare tanto da dover aprire la porta e farsi passare da Lorenzo. Classifica quindi con l’imprendibile (o forse no) Pedrosa in vetta, Rossi che gli recupera qualcosa e Lorenzo “miracolato” terzo davanti a Stoner: segue, dopo la musica, Nicky Hayden, indubbiamente alla miglior prestazione stagionale.
L’ultima parte di gara resta comunque imprevedibile grazie ad un Lorenzo fantastico, tanto da recuperare e provare a passare Rossi per la seconda posizione: tentativo mal riuscito a cinque tornate dal termine, resta un podio che gli fa onore alle spalle di Rossi e del vincitore, Dani Pedrosa, alla prima affermazione stagionale. Proprio all’ultimo Valentino è stato in grado di arrivare a ridosso del catalano, che nonostante un “brivido” ha avuto la meglio per 3 decimi, depauperando i 3″5 di vantaggioc he aveva verso metà gara.
Alessio Piana

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