A seguito della sentenza di assoluzione piena - “il fatto non sussiste” -, giunta il 24 novembre 2009 dalla Procura della Repubblica di Torino nei confronti di Giraudo, Moggi, Bettega e la Juventus, i media hanno pensato bene di prendersi una notte prima di realizzare articoli e servizi. La notizia l’avrete letta nei sottotitoli, uguali a quelli che passano a film terminato e che a nessuno importa. Altri, invece, hanno pensato bene di “informare” il telespettatore con quanto segue.
Da Studio Sport di mercoledì 25 novembre 2009
«Se il Signor Moggi Luciano in questo momento è libero di entrare ed uscire dal Tribunale di Torino, è per una ragione molto semplice: la sentenza del processo Gea che lo ha condannato nel gennaio di quest'anno a 1 anno e 6 mesi di reclusione per violenza privata, ha anche predisposto la sospensione della pena; causa indulto.
Detto questo non si vede ragione dell'entusiasmo suscitato tra gli avvocati della ex Triade, e tra molti tifosi, dall'esito della sentenza di un piccolo processo penale che non più tardi di un anno fa aveva assolto, per le stesse ragioni, anche Moratti e Galliani; le plusvalenze non costituiscono reato.
Si legge nelle dichiarazioni dei protagonisti, che quella di ieri del Tribunale di Torino sarebbe ‘l’ennesima smentita all’offensiva basata sul nulla che dal 2006 si è abbattuta sulla Juventus’.
Smentita, si legge sempre nelle note, che restituisce onore e dignità al club, e non vi è dubbio che le regolarità dei bilanci faccia parte di quell’onore e di quella dignità e di quell’onore. Resta però tutt’altro discorso rispetto a quel movimento più ampio che va comunemente sotto al nome di Calciopoli.
Non è vero che le irregolarità di bilancio abbiano mai avuto un ruolo nelle sentenze dell’estate del 2006.
Non è vero, come detto sopra, che la sentenza Gea abbia mandato assolti tutti gli imputati, avendo invece condannato i Moggi. E non è vero che il processo di Napoli potrebbe, in caso di assoluzione, sminuire la valenza del processo sportivo, essendo appunto quest’ultimo sportivo, e il primo penale».
A firma di Francesco Vecchi
Domandiamo: in questo servizio giornalistico trovate appagata la vostra sete di verità? Noi no, e adesso vi spieghiamo perché.
1. Il giornalista inizia con queste parole: “Se il Signor Moggi Luciano in questo momento è libero di entrare ed uscire dal Tribunale di Torino …” NON E’ VERO!
Per conoscenza, presumibile dalla presenza in loco, bisognerebbe informare l’utente che il Signor Moggi Luciano è vero che nella giornata di ieri presenziava in un’aula di Tribunale, ma non era certamente quella di Torino, visto che la sua presenza era gradita in quel di Napoli, dinnanzi al Presidente Teresa Casoria per una deposizione spontanea nel processo denominato Calciopoli; che ritroveremo.
2. Per quel che concerne la situazione di libero cittadino, Vecchi ci spiega che la sentenza del processo Gea che lo ha condannato …ha anche predisposto la sospensione della pena; causa indulto. NON E’ VERO!
L'indulto va a incidere sulle pene definitive tagliando tre anni dalla condanna inflitta e si applica a sentenza passata in giudicato, la sospensione condizionale della pena si applica nel momento della condanna per un incensurato e può essere applicata solo se la condanna è inferiore ai due anni, è una facoltà del giudice concederla e non un obbligo.
3. Nella medesima frase, il Vecchi dice che il processo alla Gea lo ha condannato. NON E’ VERO!
a) bisognerebbe informare l’utente che dopo un solo grado di giudizio espletato dalla decima sezione del Tribunale di Roma, riguardante il processo alla Gea World, c'è un dato che emerge chiaramente: l'assoluzione di tutti gli imputati, dall'accusa di associazione a delinquere, facendo, di fatto, cadere l’asse principale del castello accusatorio. b) sulla questione della condanna, di conseguenza, bisognerebbe far sapere che: 1.Moggi Luciano è stato assolto dall’accusa di associazione a delinquere; 2.I legali hanno già presentato ricorso in appello per l'accusa di violenza privata; c) a prescindere da ogni considerazione in merito, bisognerebbe, per una buona educazione civica, consultare la Costituzione Italiana all’articolo 27, comma 2: «l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva».
4. Non poteva mancare la nota di colore, ed infatti l’inviato di Italia1 commenta: …dall'esito della sentenza di un piccolo processo penale… NON E’ VERO!
Che questo processo, almeno per i media, fosse piccolo, immaginiamo che non sarà riuscito a crederci nemmeno lo scrivente, visto che nei primi tre giorni del mese di ottobre anno domini 2009, i titoli, e soprattutto gli spazi, nei principali mezzi d’informazione nazionale erano di gran lunga superiori a quanto abbiamo potuto vedere e leggere il girono dopo l’assoluzione. Domandiamo a Vecchi: ora è diventato piccolo perché il fatto non sussiste?
5. Proseguendo, e paragonando, Vecchi dice: penale che non più tardi di un anno fa aveva assolto, per le stesse ragioni, anche Moratti e Galliani; le plusvalenze non costituiscono reato. NON E’ VERO!
Due le strade percorribili, ed entrambi senza assoluzioni. Quella sportiva: Si chiude con sanzioni pecuniarie il processo sportivo per il presunto falso in bilancio di Milan e Inter. La Commissione disciplinare, sulla base del deferimento disposto dal procuratore Palazzi lo scorso 4 febbraio, ha disposto 90 mila euro di sanzione a carico delle due società milanesi. Multa di 60 mila euro anche all'ad rossonero Adriano Galliani.
Dal lato penale, invece, le cose sono andate così: La formula con cui Galliani, Ghelfi e Gambaro sono stati prosciolti è "perché il fatto non costituisce reato" e non, come si era saputo in un primo momento, “perché il fatto non sussiste”. Questo in base alla nuova legge sul falso in bilancio, che prevede il dolo specifico, dolo che in questo caso non è stato riscontrato. Infatti nel suo provvedimento il gup "dichiara non luogo a procedere nei confronti degli imputati, in relazione a tutte le imputazioni a loro ascritte, perché il fatto non costituisce reato". Inoltre il giudice ha dichiarato il "non luogo a procedere" nei confronti delle società rossonera e nerazzurra, imputate in base alle legge 231, "in relazione alle imputazioni concernenti il bilancio al 30/6/2003 perché l'azione penale non poteva essere esercitata per essere il reato presupposto anteriormente prescritto". Il "non luogo a procedere" per Milan e Inter riguarda anche le "imputazioni concernenti i bilanci al 31/1/2003 e al 31/12/2004 perché il fatto non costituisce reato".
Sarebbe stata cosa buona e giusta non paragonare i due fatti, essendo quello juventino assolto con formula piena perché il fatto non sussiste, mentre per le due formazioni citate da Vecchi il fatto sussiste, ma non costituisce reato per le motivazioni che abbiamo spiegato.
Facciamo una pausa prima di terminare, soffermandoci nella parte centrale e sostenendo a gran voce l’enfasi avuta dai sei legali di Giraudo, Moggi e Bettega, unendoci alle dichiarazioni sull’ennesima smentita all’offensiva basata sul nulla che dal 2006 si è abbattuta sulla Juventus, perché fino ad oggi questo è stato.
6. Vecchi ci anticipa e dice: Non è vero che le irregolarità di bilancio abbiano mai avuto un ruolo nelle sentenze dell’estate del 2006. A noi non rimane che replicare: NON E’ VERO!
L'irregolarità di bilancio c'entra eccome con Calciopoli. Se i bilanci non fossero stati oggetto di indagine non si sarebbe aperta nemmeno la porta del sospetto di fondi neri o simili per foraggiare la mitica "cupola". L'inchiesta sull'ipotesi di falso in bilancio in casa Juve era iniziata all'inizio dello scandalo calciopoli, mettendo sotto i riflettori l'ipotesi che la dirigenza utilizzasse fatture false e fondi neri per far 'tornare i conti'.
7. La conclusione, visti i presupposti a cui si sta andando incontro, non poteva che essere questa: non è vero che il processo di Napoli potrebbe, in caso di assoluzione, sminuire la valenza del processo sportivo, essendo appunto quest’ultimo sportivo, e il primo penale. Tocca ripeterci: NON E’ VERO!
Non solo un'eventuale esito di non colpevolezza sminuirebbe l'esito del processo sportivo, ma permetterebbe, a chi può adire presso le sedi competenti, di chiedere la restituzione dei titoli revocati. È bene infine ricordare al Signor Vecchi Francesco, che la società Juventus ha lasciato “colpevolmente” decadere i termini per adire i tribunali ordinari. L’unico soggetto giuridico che ha oggi la titolarità per sovvertire le assurde sentenze sportive dell’estate 2006 è la nostra Associazione (GiùlemanidallaJuve). Ricordiamo che è infatti pendente un ricorso al Consiglio di Stato ed uno in ambito comunitario.
Questa è l’informazione che passa quotidianamente su tutto il territorio nazionale, fino a quando le notizie saranno distorte, in malafede, con il potere di deviare quel sentimento popolare che tanto si scandalizzò in un’afosa estate di tre anni fa, NON E’ VERO lo diremo noi.
Il servizio giornalistico andato in onda su Studio Sport il giorno 25/11 in fascia oraria di pranzo, a nome dell’inviato Francesco Vecchi, non dovrebbe limitarsi a rimanere su youtube, negli archivi di mediaset, degli juventini e degli antijuventini. No!
Quel servizio giornalistico, se così possiamo chiamarlo, dovrebbe essere conservato insieme al metro, al kilogrammo, al litro, e a tutte le unità di misura e relativi prototipi. In qualità di cosa? Di puro e fulgido esempio di cattiva informazione (sulla quale non entrerò in dissertazione, essendo già stato trattato in maniera esaustiva dal collega di redazione Fabio Zagari nel suo pezzo “Non è vero lo diciamo noi!”), ma soprattutto di manipolazione, di propaganda mirata a far filtrare ai beneficiari dell’informazione un messaggio ben preciso, cosa differente da quanto un cronista dovrebbe assicurare: completezza dell’informazione di cronaca e, nei limiti di tempo consentiti, connesse riflessioni.
Nell’analizzare il servizio non dobbiamo mai perdere di vista il fatto: assoluzione della società Juventus e della triade ai tempi massima espressione della sua dirigenza, perché il fatto non sussiste.
Trattandosi di servizio televisivo, i mezzi utilizzati per passare l’informazione sono le parole e le immagini.
Cominciamo dalle parole. Inizia il servizio è vi è subito l’utilizzo di una tecnica di manipolazione vecchia come il cognome del nostro eroe che ha ideato il servizio: la decontestualizzazione. Il servizio è della durata di 1 minuto e mezzo, ovvero 90 secondi, ed i primi 20 secondi, e cioè l’incipit che solitamente dà l’immediata connotazione alla notizia, vanno subito fuori tema: Moggi si trova a Torino (cosa non vera) grazie all’indulto (cosa non vera) in seguito alla condanna sentenziata dal processo Gea.
Ma che magnificenza! Il processo coinvolge la società Juventus e i suoi dirigenti all’epoca dei fatti contestati, dunque anche Giraudo e Bettega, ma il rapporto di Vecchi apre solo ed esclusivamente su Moggi (il mostro di Monticiano! ) e sull’esito del processo Gea, che nella fattispecie non c’entra una beata fava. Cominciamo bene!
Cominciamo bene e non finiamo meglio: gli ultimi 30 secondi sono dedicati a calciopoli, al processo di Napoli, ad altre notazioni errate in merito, al ribadire la differenza tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva, a ribadire l’esito di condanna a Moggi nel processo Gea (per quisquilie rispetto alle imputazioni che contano per farsopoli). Insomma una chiosa finale che intende ribadire agli allocchi che il castello accusatorio di farsopoli resta solido e di cemento armato, mentre noi tutti sappiamo che si sta sempre più palesando di arenaria e cartapesta.
I 20 secondi precedenti alla conclusione sono di commento alla dichiarazione congiunta dei sei avvocati di Giraudo, Moggi e Bettega, sminuendone la portata.
Cosa è rimasto della cronaca nel servizio di Vecchi? Il fatto resto delegato in 20 secondi centrali, nei quali ne viene sminuita la significatività attraverso un’altra tecnica di manipolazione, ovvero quella dell’utilizzo dei confronti: anche Milan e Inter sono uscite indenni dai processi sul falso in bilancio, dunque non ci sarebbe niente da festeggiare. Peccato che si tratti di cose ben diverse, ma ne abbiamo già parlato.
Riassumendo i tempi: il 22% del tempo dell’intero servizio racconta (in maniera colpevolmente incompleta e lacunosa) il fatto di cronaca. Il restante 78% è di fatto composto dalla chiosa finale per mantenere il castello accusatorio (34%), dall’apertura “antiMoggi” del servizio (22%) e dal commento ridimensionante sul comunicato degli avvocati della triade (altro 22%).
Gli elementi essenziali affinchè il telespettatore possa avere un quadro esaustivo della situazione vengono completamente omessi: i tempi dello svolgimento dell’intera inchiesta non vengono comunicati. Che l’inchiesta si fosse potuta concludere con un nulla di fatto già in tempi precedenti, e solo grazie all’insistenza della società juventus stessa, previa firma di Cobolli Gigli, abbia potuta continuare, non viene detto. E del fatto (di particolare rilevanza! ) che la società juventus abbia chiesto il patteggiamento mentre gli avvocati della triade sempre chiesto la piena assoluzione, non viene mai fatta menzione.
L’utilizzo manipolativo della parola è supportato, oltre che dai tempi e dalla decontestualizzazione , anche dal tono e dal tipo linguaggio usato. Contrariamente a Gea e Farsopoli, questa assoluzione viene sminuita come “piccolo” processo penale. E per ben imprimere nello spettatore che tra questa assoluzione e il “movimento BEN più ampio” del processo di Napoli su calciopoli (vuoi mettere?), Vecchi lega il discorso iniziando la sua chiosa finale con un “Resta però TUTT’ALTRO discorso…”.
E che diamine! Tutt’altro discorso, e come no! Aggiungerei io che non ha tutti i torti: qui almeno parlavamo di cose concrete, di conti, mentre sull’altro contesto… stendiamo un velo pietoso!
Dicevamo di non perdere di vista il fatto di cronaca: assoluzione della società Juventus e della triade ai tempi massima espressione della sua dirigenza, perché il fatto non sussiste.
Se le parole riservate alla cronaca sono state all’incirca un quinto dell’intera opera magna di Vecchi, non di meno va notato che la società Juventus non viene praticamente mai citata: ancora una volta, tutto ruota intorno alla triade ed in particolare a Moggi.
Se estendiamo questa riflessione all’utilizzo delle immagini, notoriamente altra fondamentale pedina nella manipolazione delle informazione, la sostanza non cambia. Al processo sembra che la Juventus non abbia mai partecipato (immagini a supporto: zero!), Bettega Roberto, e mi scuserete se mi dispiace poiché da juventino provo un sentimento nei confronti dell’uomo tale che provo emozione anche solo a guardarlo tre secondi in video a studio sport, non si è mai visto. Invece ben 54 secondi vengono dedicati ai soli Moggi e Giraudo (60% del tempo), suddivisi in 34 secondi a Moggi (38%) e 20 a Giraudo (22%), e nelle restanti immagini, tanto per farci capire che erano processati (e se erano processati ci dive essere una ragione?!!?? È quello il messaggio??!!), immagini di procura e tribunale, un fotogramma su Moratti e Galliani, e naturalmente Alessandro Moggi: che non c’azzecca nulla, ma vuoi mettere? È stato condannato nel processo Gea insieme a suo padre, è il figlio del mostro di Monticiano! È un mostrino, insomma!
Adottate il servizio di Vecchi nel Sistema Internazionale delle unità di misura! Come unità di misura della disinformazione e della manipolazione delle informazioni.
Avanzerei in effetti anche un’altra proposta, ma la custodisco gelosamente per me.
Non me ne vorrà il Vecchi: del resto anche lui ha gelosamente custodito più della metà degli elementi fondamentali legati al fatto di cronaca!
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