Era il 29 marzo del 2008 quando scrissi del caso Infinitif e dell'Allevamento di Marco Folli, chiamato direttamente in causa dagli articoli pubblicati a più riperse dalla Gazzetta dello Sport a firma di Michele Ferrante, con l’accusa anche di aver falsato documenti sulla nascita del cavallo che vinse il Derby del trotto italiano.
Titolai il pezzo: "Sarà Infinitif", vista l'azione legale che intrapresero gli avvocati Gianni Scagliarini, Francesco Moruzzi e Giorgio Alpeggiani presso il tribunale di Milano contro il giornalista e il Direttore ed Editore della Gazzetta dello Sport, per danni morali, commerciali e che lesero l’onorabilità e la reputazione di Marco Folli e della sua importante attività allevatoria.
A distanza di oltre ventiquattro mesi è arrivato il successo giudiziario di Marco Folli e dei suoi legali.
Marco Folli ed il suo Allevamento hanno ottenuto dal Tribunale di Milano la condanna della Gazzetta dello Sport, del suo Direttore in allora Carlo Verdelli e del giornalista Michele Ferrante, al risarcimento dei danni liquidati in oltre € 80.000,00 per la lunga serie di articoli diffamatori relativi alla cosiddetta vicenda di Infinitif, risultata una bolla di sapone insussistente, montata e creata in una assurda campagna di stampa.
La difesa di Marco Folli ha messo in luce la configurazione (e il tribunale ha accolto ) degli articoli relativi alla vicenda “un tormentone del trotto italiano”, la “martellante reiterazione” degli stessi, tale da concretare una vera e propria campagna di stampa diffamatoria.
Secondo gli avvocati che hanno condotto a buon fine la causa, Marco Folli si è fatto portatore di un’azione che trascende il suo interesse personale ma anche a tutela del buon nome dell’ippica italiana tutta, mentre persone ed Enti istituzionali a suo tempo non avevano minimamente reagito.
Infinitif, che oggi corre regolarmente in Francia, e che a suo tempo fu trasferito negli Stati Uniti, ha vinto ancora, e non solo contro gli "amici" quadrupedi, ma anche contro quel modo di fare giornalismo a cui l'Italia dei beoti è stata abituata.
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