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mercoledì 31 marzo 2010

LA JUVENTUS COMUNQUE E POI QUELLO CHE VIENE, VIENE

Lo hanno scritto anche i quotidiani nazionali, non tutti naturalmente, ma se a scriverlo è arrivato a farlo il giornale di "famighia" qualcosa è davvero cambiato.
Ricorderete che ieri, ed in base a quanto emerso da Napoli, ho tenuto un profilo molto basso, perché di rumors in questi anni ne abbiamo sentiti anche troppi, e spesso senza reali riscontri.
Nella versione on-line de "La Stampa", ieri sera, è uscito un pezzo che titola così: "Calciopoli: trovate le telefonate fra Bergamo, Moratti e Facchetti". Ora, se fossi un allibratore la quota della veridicità di tali riscontri la farei oscillare tra il 10 ed il 20%, e visto dalla parte dell'eventuale scommettitore sarebbe un gran bel investire, ma il consiglio è aspettare il 13 aprile, quando e probabilmente emergerà qualcosa di più concreto. Sempre che il senso del processo non ripercorra quello che a suo tempo fu il senso dell'indagine: la Juventus comunque e poi quello che viene, viene.
Ps: onde evitare eventuali sparizioni ripropongo integralmente il testo dell'articolo.

Calciopoli: trovate le telefonate fra Bergamo, Moratti e Facchetti
La notizia arriva dagli avvocati della difesa.
Nel frattempo, il teste Auricchio continua nella sua specialità: «Non ricordo»
Colpo di scena al processo di Calciopoli: sarebbero state trovate le telefonate tra Paolo Bergamo, ex designatore, e i dirigenti interisti (Massimo Moratti, Giacinto Facchetti). Nella penultima udienza, erano state citate alcune telefonate tra Bergamo e Maria Grazia Fazi, sua assistente personale ed ex segretaria dell’Aia (Associazione Italiana Arbitri), in cui si parlava di una cena con Facchetti, all’epoca presidente dell’Inter, che doveva avvenire la sera del 5 gennaio 2005, e di alcune telefonate preparatorie dell'evento, «consumato» proprio alla vigilia di Livorno-Inter 0-2.
Il tenente colonnello Attilio Auricchio, teste chiave di tutto l’impianto accusatorio, e il pm Narducci avevano confessato di non essere al corrente dei motivi per cui proprio «quelle» telefonate non fossero nelle informative e che, probabilmente, qualcosa poteva essere sfuggita. Oggi, la svolta. Gli avvocati della difesa avrebbero rinvenuto, tra le tante, le telefonate partite dal cellulare di Bergamo verso quello di Moratti e le altre intercorse con Facchetti, che non chiamava mai, secondo Bergamo, meno di due volte la settimana. Non solo: figurerebbero anche molti contatti fra Adriano Galliani, l’allora presidente della Lega (nonché vice presidente del Milan) e Pierluigi Pairetto, ex designatore con Bergamo. I colloqui non sarebbero stati ancora ascoltati. Dalle pieghe dell’indagine, è emerso anche il numero delle intercettazioni di cui sarebbe stato «bersaglio» l’ex designatore: 51 mila!. I cacciatori di verità non vedono l’ora di sentire i nastri. Erano proteste, o giochi di «griglie» arbitrali come quella, famosa e famigerata, tra Luciano Moggi e Bergamo, nella quale l’ex direttore generale della Juventus faceva a gara «a chi aveva studiato di più»? Erano scambi di idee o richieste di favori? Il processo sta vivendo giorni decisivi. Attilio «Non ricordo» Auricchio è stato nel frattempo tartassato dagli avvocati di Massimo De Santis (ex arbitro), Paolo Bergamo (ex designatore), Andrea e Diego Della Valle e Sandro Mencucci (proprietari e dirigenti della Fiorentina) e Mariano Fabiani (ex direttore sportivo del Messina).
Incredibile il tenore delle risposte: talmente evasivo da accentuare i dubbi sul «senso (quasi) unico» dell’indagine: la Juventus comunque e poi quello che viene, viene. Esempio: se pensi che i Della Valle stiano trattando con Bergamo per salvarsi (stagione 2004-2005), e se vieni a sapere di un vertice in un albergo fiorentino, non puoi, a maggior ragione, accontentarti della notizia e non piazzare cimici fra i tavoli, per portare alla luce eventuali patti scellerati. Persino il giudice Teresa Casoria ha perso la pazienza: e non è la prima volta. Il 13 aprile, prossimo round. In attesa di conoscere i pissi pissi fra Bergamo, Moratti e Facchetti, fra Galliani e Pairetto.

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