..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 19 maggio 2010

EFFETTI "SPECIALI"


Forse andrà via, ma per il momento non dice nulla, ed è giusto.
Una finale di Coppa dei Campioni va preparata a dovere, senza lasciare nulla al caso, lavorando minuziosamente sui particolari e "chiudendo" fuori dallo spogliatoio ogni indiscrezione e polemica.
José Mário dos Santos Félix Mourinho, noto semplicemente come José Mourinho, o the "special-one", sembra arrivato al capolinea: la sua avventura italiana potrebbe essersi già conclusa, con la vittoria, a Siena, del suo secondo tricolore consecutivo; quella con l'Inter potrebbe terminare a Madrid, dove l'attende il Bayern Monaco di Luis Van Gaal per l'ultimo atto del più importante torneo continentale.
E proprio Madrid, a prescindere dall'esito della finale di Champions, potrebbe essere il nuovo punto di partenza di un tecnico che in sole dieci stagioni ha conquistato la bellezza di sei campionati: 2 in Portogallo, 2 in Inghilterra e 2 in Italia; oltre a una coppa dei Campioni e varie coppe nazionali tra cui la coppa d'Inghilterra.
Per i bookmaker inglesi, Mourinho è praticamente del Real Madrid, la quota offerta agli scommettitori fino a poche settimane fa non esiste più, il passaggio alle merengues è no betting, e le ultime, velate, dichiarazioni di Moratti fanno pensare ad un sicuro addio. Dalla Spagna, attraverso il quotidiano "As", anche il procuratore del tecnico da Setubal, Jorge Mendes, avrebbe fatto capire che c'è già l'accordo verbale con la Casa Blanca.
Mi mancherà, lo ammetto, perché mai ho fatto mistero che quell'uomo sarebbe stato uno "juventino perfetto".
Vincente, capace, mediaticamente un catalizzatore. Un uomo in grado di fare mercato (e che mercato!), gestore pressoché perfetto della comunicazione con la stampa, ma soprattutto un tecnico che si è sempre preso le proprie responsabilità, difendendo tutto e tutti, mettendoci, spesso, la faccia.
Il calcio non lo inventa più nessuno e di formule magiche non ne sono mai esistite, Mourinho, però, ha avuto il merito di riportare in Italia, e nello specifico all'Inter, il profumo di grande calcio, come quando si dominava (tutti, o quasi) in Europa e nel mondo.
Dopo la Juventus di Capello il vuoto. Campionati disputati per inerzia, figure dilettantische in Europa.
Mourinho ha portato voglia, rabbia, capacità, conoscenza, competizione, grazie a quel modo di fare che: o lo ami o lo odi.
Due gli aspetti di questo addio (presunto):
a) E' uno che ama le sfide. Ne ha vinta una incredibile in Portogallo, ha stravinto quella che gli fu proposta a Londra e comunque vada ha fatto centro anche a Milano, riportando gli indossatori in finale di coppa dei Campioni. Madrid (se così fosse) sarebbe la sfida nella sfida: portare al Bernabeu la decima coppa dei Campioni, oltre ad interrompere l'egemonia dei rivali di sempre: il Barça di Leo Messi.
b) E' uomo di sport e di campo, che si sa vendere e che conosce molto bene la comunicazione, ma del clima "velenoso" italiano non ne vuole fare più parte, come in più di un'occasione ha fatto intendere.
Di sicuro l'Italia calcistica perderà, ancora una volta, un personaggio di sport, ma questi sono i danni postumi di Calciopoli, voluti ed accettati da tutti. Allo "special-one", invece, non mancherà di certo un Paese che ha saputo costruire, nella maniera più "speciale", la più grande farsa sportiva del secolo: "Il primo scudetto lo avete vinto in segreteria, il secondo perché non c’era nessuno... ".

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