Ne aveva già scritto un amico, evidenziando l'Art.10 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva: «Ai dirigenti federali, nonché ai dirigenti, ai tesserati delle società, ai soci e non soci di cui all’art. 1, comma 5 è fatto divieto di svolgere attività comunque attinenti al trasferimento, alla cessione di contratto o al tesseramento di calciatori e tecnici, salvo che avvengano nell’interesse della propria società. È fatto altresì divieto, nello svolgimento di tali attività, di avvalersi di soggetti non autorizzati e di avere comunque contatti con tesserati inibiti o squalificati. In questi casi gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto».
Ma ora, e dopo la possibile, ma non ancora effettuale radiazione di Luciano Moggi, la Figc rischia di trovarsi in mano un caso dai contenuti molto caldi.
Nella situazione di Luciano Moggi si trova anche Enrico Preziosi, l’attuale patron del Genoa, squalificato per cinque anni con conseguente proposta di radiazione. Il parere, al paragrafo 9, recita che il «provvedimento di preclusione debba ritenersi implicito quale effetto ex lege (...), dopo aver erogato le sanzioni nella misura massima, si sono pronunciati nel senso della particolare gravità delle infrazioni». Insomma, fuori dal linguaggio giuridico, la radiazione sarebbe insita nel provvedimento di squalifica e quindi retroattiva, annullando anche eventuali negoziazioni successive come avrebbero fatto, a quanto sembra, Preziosi e la Figc.
Se la Procura Federale fosse più solerte e usasse lo stesso metro, potrebbero esserci clamorose conseguenze anche sull’Inter, fino all’annullamento del passaggio di Milito e Thiago Motta in nerazzurro.
Il caso. Come tutti ricorderanno, due importanti rinforzi interisti, parliamo di Milito e Thiago Motta, sono arrivati a Milano l’estate scorsa proprio dal Genoa. A dare l’annuncio del trasferimento dall’Inter al Genoa fu lo stesso Enrico Preziosi, che il 20 maggio 2009 all’emittente TeleNord raccontò: «Ci siamo privati di due pedine importanti. Mi sono incontrato a colazione con il presidente Moratti e abbiamo raggiunto l'accordo».
La conclusione è delle più logiche: i trasferimenti di Milito e Thiago Motta non sono validi. E, sempre codice alla mano, essendo il tesseramento di questi due giocatori irregolare, in ogni partita in cui anche solo uno dei due sia stato schierato (anche per pochi minuti) dovrebbe scattare la sconfitta a tavolino; regole analoghe anche per la Champions League: qualsiasi partita che abbia visto in campo Milito o Thiago Motta deve essere considerata persa a tavolino.
Saranno presi provvedimenti? Difficile a dirsi, anche perché nella giustizia sportiva non c’è l’obbligatorietà dell’azione penale, anche nel caso in cui venga segnalato un comportamento irregolare, e la Procura Federale può, ancora una volta, far finta di niente.
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