..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 27 maggio 2010

PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Il maggiore Auricchio aveva candidamente confessato che l’indagine condotta per venire a capo di un calcio a detta di tutti malato ruotava attorno al sistema Moggi, e così anche di fronte alla confessione dell’assistente Coppola, che parlava di pressioni ad uso e consumo interista, gli inquirenti non approfondirono: «A noi non risultavano pressioni interiste, non abbiamo intercettazioni».
Piaccia o non piaccia di intercettazioni ne sono uscite altre, che questa redazione non pubblicherà, ma su cui è giusto fare un po' di chiarezza.
Avevo additato come non troppo rilevante la telefonata tra Bergamo e Facchetti prima della semifinale di Coppa Italia tra Cagliari e Inter, telefonata che aveva come tematica lo score di Bertini coi nerazzurri. Bergamo cercò di creare i presupposti per una sfida che avrebbe dovuto svolgersi senza troppe pressioni, senza offrire il fianco ad eventuali proteste, nonostante Facchetti avesse ricordato all'ex designatore il bilancio dell'arbitro di Arezzo: «4-4-4 con lui», inteso come vittorie, pareggi e sconfitte.
Ma ecco il dopo gara.
La sera del 12 maggio 2005, al termine dell'incontro, l’arbitro Paolo Bertini chiama il designatore Paolo Bergamo per lamentarsi delle pressioni di Giacinto Facchetti prima dell’inizio dell’incontro.
Nel colloquio telefonico il fischietto di Arezzo fa presente a Bergamo l'imbarazzo di quei momenti, di come, prima della partita e dopo la premessa ("4 vinte, 4 pareggiate e 4 perse... per l’Inter non è che sia un grande score") dell'ex presidente neroazzurro, si siano guardati tutti negli occhi.
E una domanda sorge spontanea, la stessa che ci poniamo di fronte alle irremovibili certezze di chi distingue quel che fu da massimo della pena nel 2006 e quello che si vorrebbe far finire nel nulla nel 2010: che ne sarebbe stato dell’Inter se nel processo sportivo di Calciopoli, quattro anni fa, fosse finita anche questa telefonata?
Da garantista ho sempre sostenuto che in tutte le telefonate ascoltate non ho mai trovato i riscontri di un illecito sportivo, al massimo, ed eticamente, di un comportamento un po' sopra le righe, quel modus vivendi adottato da tutti per dimostrare all'interlocutore di turno la propria "forza", il proprio "potere", millantando frasi ad effetto e comportamenti da "capo dei capi".
Ma con questa come la mettiamo? Cosa ci potranno dire, se mai ce lo diranno, gli inquirenti che hanno condotto le indagini con le recensioni dei quotidiani e che, anche questa volta senza approfondire, hanno tralasciato quanto detto dal presidente del Cagliari Cellino? «Si vede che devono far vincere qualcosa all’Inter. A questo punto non so se serva andare a San Siro la prossima settimana».
Per quattro anni, omissioni e bugie hanno fatto credere al popolino beota che il male del calcio era la Juventus, uccidendola.
Il passato da riscrivere rimarrà per sempre una chimera, ma chi assapora il presente, inevitabilmente, dovrà fare i conti con il futuro.

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