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lunedì 14 giugno 2010

IMPROBABILITA'

La raccolta illegale di informazioni operata da ex-manager di Telecom Italia ha rappresentato "una gravissima intromissione nella vita privata delle persone" ed è improbabile che venisse effettuate all'insaputa dei vertici delle società.
E' quanto ha scritto il gup milanese Mariolina Panasiti nelle motivazioni pubblicate oggi dei patteggiamenti di 16 imputati, tra cui Giuliano Tavaroli (4 anni e 2 mesi) e Fabio Ghioni (3 anni e 4 mesi) e delle due società chiamate in causa, Telecom Italia e Pirelli (7 milioni di euro di sanzioni). Motivazioni che escludono che i due principali responsabili possano aver agito all'insaputa dei vertici societari. All'epoca, Marco Tronchetti Provera -- che non è mai stati indagato nel procedimento -- era presidente dei due consigli di amministrazione.
"Che Ghioni avesse agito di sua iniziativa è palesemente inverosimile, che Tavaroli gestisse pratiche di quel genere nel suo interesse è parimenti altamente improbabile", ha scritto il giudice.
"La ricostruzione degli avvenimenti fornita dai pm e da Telecom e Pirelli è risultata nettamente smentita dall'incartamento processuale. Le due aziende sono pervenute ad una sostanziale accettazione delle contestazioni accedendo all'applicazione delle sanzioni pecuniarie", ha detto ancora il gup. Anche la ricostruzione dell'accusa, dal quale il giudice ha preso le distanze, indicava che i reati sarebbero stati commessi all'insaputa dei vertici aziendali.
"I bilanci sono stati approvati regolarmente secondo i meccanismi gerarchici fino ad arrivare ai consigli di amministrazione. In questi sedevano il presidente Marco Tronchetti Provera e l'amministratore delegato Carlo Buora. Bilanci approvati senza alcun rilievo di sorta", ha aggiunto il gup.
Nel scegliere la via del patteggiamento, sia Telecom che Pirelli hanno ribadito di non riconoscere proprie responsabilità ma di considerarsi invece danneggiate dal comportamento dei manager della sicurezza.
Il gup ha aggiunto nelle motivazioni che la raccolta di informazioni ha rappresentato "una gravissima intromissione nella vita privata delle persone mossa da logiche partigiane nella contrapposizione tra blocchi di potere economici e finanziari, logiche che tendono a beneficiare non già l'azienda come tale ma chi in un dato momento storico ne è il proprietario di controllo".

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