..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 6 giugno 2010

REALTA' TANGIBILI

Ai sorteggi arbitrali presenziavano, con compiti e ruoli ben definiti, notai e giornalisti: i primi, pubblici ufficiali con il compito di regolarizzare l'intera procedura; i secondi per garantirne l'esito, attraverso l'aiuto materiale.
Bene, né i primi né tanto meno i secondi sono mai stati sentiti dagli investigatori del colonnello Auricchio.
Un notaio, Antonio Ioli, è stato ascoltato nella deposizione di martedì scorso, deposizione che ha, per l'ennesima volta e dopo le sentenze stabilite dal Tribunale di Torino e dalla Corte d'Appello di Roma, fatto emergere che i sorteggi erano regolari. Nella prossima udienza, e questa volta chiamato a deporre dall'avvocato Silvia Morescanti, che difende l'ex designatore Paolo Bergamo, ci sarà un secondo notaio; che ribadisco per l'ennesima volta trattasi di pubblico ufficiale.
Martedì dovrebbe esserci anche Adriano Galliani, che ai tempi di Calciopoli-1 era presidente della Lega Calcio. Poi, in giugno ancora notai, giornalisti e forse anche Tavaroli, che sarà chiamato (come testimone, perché al processo di Milano ha patteggiato) per parlare del fronte Telecom, almeno la parte, consistente, che riguarda il mondo del calcio.
Nel frattempo, l'ex capo della security Telecom ha dichiarato sulle pagine di Repubblica: "Il presidente Telecom sapeva tutto. Su suo ordine ho protetto Montezemolo e indagato su Afef, Moggi e De Benedetti. E' un codardo, non si è assunto le responsabilità per ciò che chiedeva".
Come scrive stamane un amico, l'assenza di giustizia avvelena l'Italia. I magistrati scioperano, ma a scendere in piazza dovrebbe essere l’Italia civile, avviluppata in una rete di minacce e ricatti, intrecciata con mille scandali, che ora emergono e poi s’immergono, per poi riaffiorare al momento giusto. Mai recisa, quella rete, da sentenze che affermino un qualche straccio di verità, benché giudiziaria. A questa matrice infetta appartiene anche la storia degli spioni che furono pagati da Pirelli e Telecom Italia. Anche in questo caso, come in tutti gli altri, prevalgono le tifoserie e le antipatie sul diritto e sull’etica pubblica, talché si consente ad uno dei protagonisti, Giuliano Tavaroli, di rilasciare periodiche interviste, solitamente coincidenti con la bella stagione, nelle quali ribadisce che del malaffare era perfettamente al corrente, essendone il mandante, Marco Tronchetti Provera. Ecco, per le ragioni che qui illustro, credo che questo sia un costume incivile.
Questa è una guerra sporca, resa possibile dalla bancarotta della giustizia. Non casco nella trappola del parteggiare, non ho mai ceduto al solletico di chi tenta d’utilizzare una presunta indignazione personale. Ciò che ha valore collettivo sono i fatti e i misfatti, è il possibile ricatto incrociato, non immaginari risentimenti. E i mali che emergono sono assai più preoccupanti della pur grave ipotesi di un gruppo di spioni pronti a tutto.
Calciopoli va avanti, e se dopo due anni d’inchieste su Tangentopoli l’allora procuratore, di Milano, Gherardo Colombo disse che era necessaria una “soluzione politica”, per evitare che fiorissero i ricatti, la situazione odierna è largamente peggiore, dimostrandosi che all’orrore non c’è fine, e i ricatti non sono un’ipotesi, ma la tangibile realtà.
GLMDJ

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