Dice che non è "causa-effetto", Abete, ma tant'è che il primo Consiglio federale post-disastro Mondiale ha prodotto una novità: con decorrenza immediata, le società di calcio potranno tesserare un solo extracomunitario, a patto che si privino di un altro.
Ora, non discuto la norma, che andrebbe attentamente letta per poterne carpire gli svantaggi e i vantaggi, ma le modalità. In pieno calciomercato, in pieno inizio stagione 2010-2011 viene completamente modificata una regola che consentiva il tesseramento di due extracomunitari al posto di altrettanti (facevano, e fanno, eccezione, i calciatori che già giocano nei campionati italiani).
Di Abete è giusto ricordare quanto ha fatto da quando si è insediato alla Figc: 1) Fallimento Europei 2008; 2) fallimento Mondiali 2010; 3) Fallimento organizzazione Europei 2012; 4) Fallimento organizzazione Europei 2016.
Della Corte Federale è giusto ricordare quanto fatto, a stagione in corso, nel campionato 2000-2001: nella settimana che precedeva la sfida al vertice tra Juventus e Roma (terminata 2-2), venne abolita la norma sull'utilizzo degli extracomunitari, e il tecnico della Roma (Fabio Capello), infatti, nel momento clou della stagione ebbe la possibilità di usufruire di tutti i suoi stranieri in campo dando la svolta alla partita.
Al calcio italiano non rimane altro che confermare quanto fatto al mondiale sud-africano, confinato in quello che una volta apparteneva ai neo zelandesi: il quarto mondo.
GLMDJ
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