..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 30 settembre 2010

29 A 13

Ogni volta che c'è di mezzo la Juventus si materializza, per Loro,  l’incapacità di sentirsi uguali agli altri, di credere in se stessi e nell’opportunità concreta di raggiungere gli obiettivi desiderati perché tutte le altre persone sembrano più preparate, più intelligenti, più meritevoli di avere successo: in poche parole migliori; anche se per Loro essere migliori vuol sempre significare rubare, ladrare, creare una "banda di truffatori" per giungere allo scopo finale. Un complesso d'inferiorità reso ancor più palese dalle parole dell'amministratore delegato degli indossatori di scudetti altrui, Ernesto Paolillo: "Se noi dobbiamo restituire quello (scudetto stagione 2005/2006), la Juventus deve restituirne anche altri. Io posso dire che i fatti sono altri"; parole confermate, "è tutto vero", dal Presidente neroazzurro, Massimo Moratti.
Eppure hanno vinto la Coppa dei Campioni, quarantacinque (45!!) anni dopo l'ultima conquista, e tra poco andranno in terra d'Arabia per giocarsi il mondiale per squadre di club, quarantacinque (45!!) anni dopo l'ultima apparizione.
Nell'ultima stagione hanno conquistato tutto quello che c'era da conquistare, realizzando una storica triplete, ad oggi, in Italia come in Europa, possono contare su di una rosa di grandissima qualità, di spessore enorme, tra le migliori in circolazione. Si sono addirittura vantati, nell'anno post-Calciopoli, di aver capito perché non vincevano mai, dimenticando, evidentemente, le parole di Seneca: "senza un avversario la virtù marcisce." Ma non ci riescono, non ce la fanno, è come se, per Loro, il tempo si sia fermato in quella maledetta estate del 2006, quando, in fatto di scudetti, l'albo d'oro recitava: 29 a 13.

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