Inizio con una premessa: preferisco vincere, perdere o pareggiare giocando da Arsenal, per tutti i novanta minuti, sempre. Ora la gara.
Viene difficile scrivere della partita, persa per un episodio, ancora una volta non demeritando, anzi, dove per larghi tratti siamo stati capaci di essere superiori.
Impressione personale: abbiamo buttato via il primo tempo. Giocato molto bene, per carità, non soffrendo mai il gioco sulle fasce dei Red Devils, coprendo bene la zona centrale, alzando un ottimo pressing e costringendo i padroni di casa a ripiegare in più di una circostanza verso Van der Sar. Il tutto con grinta, determinazione e abnegazione; nei primi trentacinque minuti i tifosi di Manchester non si sono sentiti. Ma è mancato, come premesso, il gioco Arsenal, quello spregiudicato e capace di mettere in difficoltà chiunque, quello che se ne infischia della tattica e da sfogo al talento, alle improvvisate dei singoli. Nonostante questo siamo andati al riposo sotto di un gol, un fottutissimo gol a quattro minuti dal termine del primo tempo, un episodio che non ha reso merito alla prestazione dei ragazzi, uno svantaggio immeritato, come sempre accade in queste gare.
Nella ripresa è finalmente sceso in campo l'Arsenal, quello capace di metterti alle corde, quello che se ne infischia della tattica, che porta Sagna e Clichy a fare le ali pure. Venticinque minuti della ripresa dove abbiamo costretto lo United a difendersi con nove uomini, con il solo Rooney davanti alla linea della palla, venticinque minuti in cui le abbiamo provate tutte, asfissiando i padroni di casa con la corsa, il pressing e quella dannatissima voglia di portare il risultato in parità, una giusta parità.
Ma niente, non c'è stato verso, nemmeno quando Chamakh era andato a botta sicura sulla respinta di Van der Sar, lì c'ha pensato Vidic, sulla linea di porta, a fare rimanere in gola la gioia del gol del pareggio.
Non sono ancora entrato nei vari forum che scrivono di Arsenal, non ho ancora letto i report della gara, e onestamente poco mi importa. Anche perché ci saranno i soliti che scriveranno che l'Arsenal non è maturo, che queste gare non è capace a vincerle, che sono cinque anni che non si alza un trofeo e via discorrendo.
Tutte cazzate, gente che gode nel riempirsi la bocca di quel che non vede, personaggi che pensano di diventare tali sputando fottutissime sentenze contro chi gioca il miglior football d'Inghilterra.
Oggi sono crudo, me ne rendo conto ma sono orgoglioso di esserlo. Chi non accetterà questa disamina si attaccherà al fatto che se Rooney metteva dentro quel calcio di rigore si sarebbe profilato un risultato più pesante, e che se Nani fosse stato più preciso il punteggio sarebbe stato più rotondo. Me ne sbatto. Nella ripresa lo United è stato capace di uscire dalla propria metà campo solo in contropiede, sfruttando quel poco che gli abbiamo concesso, e niente più.
Faccio il pragmatico, e guardo la classifica: secondi, a due punti dal Manchester, a pari punti con il City e con una lunghezza sul Chelsea. Vado a memoria, ma lo scorso anno la situazione era decisamente peggiore, sia in fatto di punti che di classifica.
Faccio il pragmatico e non mi soffermo sul fatto che ieri sera Fabregas non era in campo (e quando c'è stato era come se non ci fosse), che Rvp non ha ancora una condizione accettabile per i ritmi della Premier, e che Theo non sia ancora al 100%, perché queste cose sono nei preventivi di una stagione, fanno parte del gioco, ma prendo il buono che ho visto ieri sera: da Szczesny, che a soli vent'anni ha dimostrato di poter essere quel tanto atteso numero "1" che l'Arsenal insegue da tempo; alla coppia centrale formata da Squillaci e Koscielny che non ha mai permesso allo United di entrare in area di rigore; fino a Samir, Alex e Jack, tre ragazzi che ancora una volta hanno dimostrato classe e determinazione.
Sabato pomeriggio ospiteremo lo Stoke, sabato pomeriggio saremo nuovamente tutti con la sciarpa al collo, pronti a scendere in campo, con la concreta possibilità di tornare nuovamente in testa alla classifica (da Chelsea-United arriverà comunque un risultato a noi positivo).
Ora abbandono il pragmatismo, mi armo di passione e urlo al cielo "because a dream cannot be stopped".
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