Commentare il pareggio di ieri sera mi viene difficile, perché gli aspetti sono molteplici e fanno pari e patta tra quelli positivi e quelli negativi.
Parto da un dato: non si possono vincere tutte le partite. Vero che ogni gara è importante, vero che c'è bisogno di produrre una certa continuità per vincere il titolo, ma è altrettanto vero che bisogna pur sempre fare i conti con quello che il periodo offre, con quello che in ogni singola gara accade. Ieri sera Arséne Wenger ha cambiato ben 8/11 della squadra che ha strapazzato appena due giorni fa il Chelsea, facendo riposare chi nell'ultimo periodo ha dato tanto e chi, causa infortuni ed una condizione non ancora ottimale, è rientrato da poco.
Scelte, inevitabili direi. Non si può forzare un gruppo di 11/14 giocatori facendogli giocare tre partite nell'arco di appena sei giorni. Volente o nolente, all'annuncio delle formazioni titolari, ho sposato le scelte di Wenger, a prescindere dall'esito finale dell'incontro.
E' indubbio che non abbiamo giocato una grande partita, anzi.
Abbiamo patito per tutta la gara la fascia sinistra, dove gli avanti dei Latics hanno trovato terreno fertile. Sia per l'inadeguatezza di Eboue nel ricoprire il ruolo, sia per la mancanza di copertura da parte di Arshavin; non a caso il rigore inventato da Lee Probert è giunto da un'azione nata su quel lato. Anche in mezzo le cose non sono andate bene, con un Laurent Koscielny che ha patito in maniera imbarazzante ogni situazione che gli si è presentata davanti, a volte salvata da Squillaci, altre dagli errori degli uomini di Roberto Martinez.Male anche la fase di costruzione, dove troppi passaggi imprecisi hanno di fatto impedito la continuità di manovra e quell'inerzia che sarebbe stata fondamentale contro una formazione nettamente più debole. Però il primo tempo, dopo il vantaggio Latics su calcio di rigore (l'ho rivisto almeno dieci volte e rimango convinto che non ci sia stato il tocco di Koscielny), è stato chiuso in vantaggio, grazie ai due minuti di pura classe (come ha scritto l'amico Beng) di Andrey Arshavin. Prima con una stupenda sforbiciata che si è insaccata alle spalle di Ali Al Habsi, e pochi istanti dopo con un assist per Nicklas Bendtner, che si è ritrovato a tu per tu con l'estremo del Wigan e ha messo la sfera in fondo alla rete.
Detto sinceramente: un vantaggio figlio degli episodi.
Nella ripresa, invece, gli episodi si sono ritorti. Arshavin ha avuto la palla del 3-1, dopo una splendida azione condotta al limite dell'area, sventata da Al Habsi. Fabianski ha sbagliato l'uscita su di un corner battuto dai Latics a dieci dal termine (con il Wigan in inferiorità numerica per l'espulsione avvenuta pochi minuti prima di N'Zogbia), e grazie all'autogol di Squillaci gli uomini di Martinez hanno raccolto un'insperato 2-2. A partita quasi terminata, su di un calcio piazzato al limite dell'area battuto da Nasri, quel fenomeno di Probert non ha visto il più grosso dei calci di rigore: fallo di mano in barriera.
Ora tiro una riga, e faccio i conti. Le condizioni per portare a casa i tre punti c'erano tutte: in vantaggio a pochi minuti dal termine e la supremazia numerica. Detta così fa rabbia, perché l'occasione è stata grande. Se a questo si aggiunge l'ennesima ricaduta di Diaby, gli aspetti negativi non sono pochi. Poi guardo il bicchiere mezzo pieno, come sempre faccio, e trovo altrettante risposte. Personalmente credo che era inevitabile fare dei cambi, e occasione migliore non poteva capitare, o meglio, reputo giusta la scelta di attuarli con il Wigan e non contro il Birmingham. Lo scorso anno, a parità di condizioni, avremmo probabilmente perso, come in realtà è successo proprio al DW Stadium, il punto di ieri sera, invece, è stato un altro piccolo tassello incastrato nel puzzle della stagione. Le assenze c'erano, per scelta naturalmente, eppure la squadra stava portando a casa i tre punti, dopo aver comunque messo in campo il carattere; sotto di un gol non ci siamo disuniti, cercando, e riuscendo, il recupero.
Virtualmente, prima della gara di ieri sera e guardando al breve periodo, i conti da me fatti prevedevano 7 punti nelle prossime tre gare, contro Wigan, Birmingham e City. Un punteggio su cui avrei firmato ad occhi chiusi. Oggi rimango fermo su questa posizione, anche se 5 sarebbe comunque un buon risultato.
Lo ribadisco: non si possono vincere tutte le partite. Un po' per cabala (non pareggiavamo dal 18 settembre; 1-1 a Sunderland), un po' per le scelte obbligate del momento, un po' perché altrimenti basterebbe moltiplicare per 3 le 38 gare di campionato e tirare fuori la somma con cui si vince il titolo. Un po' per l'astrattismo del dire "ci sta". Come ci sta che l'Everton espugna il City of Manchester, o che Fulham, Birmingham e lo stesso Everton impattino nei minuti di recupero una vittoria ormai certa dello United. Figuriamoci se pensiamo ad Asamoh Gyan che prende a pallonate il Chelsea, a Stamford Bridge.
E' la Premier League, il campionato più difficile del mondo.
Sabato sera, però, abbiamo la possibilità di eliminare quegli scogli chiamati "ci sta". Sabato sera dobbiamo dimostrare di valere la possibilità di giocarci il titolo, seriamente.
Dopo la gara contro il Chelsea ho scritto che l'Arsenal, dopo la sera del 27, farà più paura, quando entrerà in campo sarà guardato in maniera diversa.
Al St Andrew's dimostriamo che è così.
2 commenti:
Il Wigan non perde in casa da Settembre, non era un campo facile. terreno pessimo e alla fine due decisioni arbitrali pesantissime. Specie l'ultima, che ci poteva portare a vincere un match "complicato".
Ad ogni modo e' un punto in piu' dello scorso anno sullo stesso campo e al momento e' importante non perdere partite. Nel periodo natalizio e' complicato stare imbattuti e questo e' quel che conta storicamente in Premier.
Ora si va a Birmingham in uno stadio migliore e torneranno molti titolari che ieri sono stati giustamente messi a riposo. Perche' vincere a Birmingham e poi lo scontro in casa di tre giorni dopo contro il City e' importante e potrebbe proiettarci in alto in classifica.
Ad ogni modo sarebbe il caso di farsi sentire in federazione. Purtroppo da quando manca Dean abbiamo sempre troppo poco rispetto da parte degli arbitri, prima non era assolutamente cosi.
Perche ha ragione Cesc, serve costanza nella nostra qualita' di gioco, ma anche le terne arbitrali devono avere costanza nelle decisioni, e il rigore in barriera di ieri fa incazzare, perche' per fallo simile abbiamo perso con il Tottenham... e se allora era giusto e molti dissero che Cesc era stato ingenuo e stupido, se permetti ieri era sacrosanto aver quel rigore indietro come giustizia.
Concordo Massimo.
Il periodo natalizio è stressante, difficile, ed uscirne con punti e soprattutto senza gravi perdite è essenziale per il proseguo di stagione.
Vero, senza David il "peso politico" non è più quello di una volta, ed il rigore di ieri sera grida vendetta.
Purtroppo, o per fortuna, non mi attacco mai agli errori arbitrali, lo trovo un modo per distogliere l'eventuale vero problema di una mancata vittoria o di una sconfitta.
Altresì vero che in questa stagione non ci è stato perdonato nulla, ma quando dovevamo essere noi a beneficiare di un chiaro episodio si sono fatte orecchie da mercante.
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