..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 15 dicembre 2010

SONO PASSATI 60 ANNI

I timori dei nostri floricoltori sono ampiamente giustificati.
La concorrenza dell’Olanda si fa sentire e le statistiche ci danno torto.Bisogna cambiare sistema se si vuol sopravvivere.

Così titolava L’Eco della Riviera di domenica 22 settembre 1963 in un articolo di Luigi Giglio, che analizzava il difficile momento del settore.
Sono passati quasi 60 anni ed i titoli dei giornali di questi giorni sono praticamente identici.
Stiamo parlando della floricoltura che si è sviluppata in piena Belle Epoque, e che negli anni d'oro del boom economico arrivava a rappresentare quasi l'80% dell'intero business mondiale. In quegli anni il dibattito, sostenuto con grande passione da studiosi ed esperti, era seguito con attenzione da tutti gli organi di stampa; le analisi pubblicate erano sempre basate su studi e ricerche approfondite e l’opinione pubblica discuteva animatamente.
Oggi l’Italia da produttore si è trasformata in consumatore e rappresenta appena il 5% della quota mondiale. Le cause sono molte e richiamano responsabilità politiche nazionali, per aver privilegiato l’industria a danno dell’agricoltura, ma anche piccoli e devastanti egoismi locali.
L'Olanda, rappresenta oggi il centro mondiale della commercializzazione e della logistica del fiore, mentre Sanremo è al centro della crisi mondiale. Paradossalmente costa meno spedire i fiori da Sanremo in Olanda che non in altre parti d’Italia, anche vicine alla nostra regione. E allo stesso modo, per il resto del nostro Paese è più conveniente comprare i fiori dall’Olanda che non da Sanremo.
Il sistema globale in crisi è dominato da multinazionali che si stanno ristrutturando, puntando sulla specializzazione e sull’innovazione con investimenti continui in ricerca e tecnologia, mentre nella nostra zona le aziende invecchiano e diventano sempre più piccole, le serre lasciano spazio ai più fruttuosi interventi edilizi.
In città e in provincia con c’è un museo o una struttura dedicata ai fiori o alla floricoltura. I giardini Hanbury, gestiti dall’Università nel più totale disinteresse degli enti pubblici, registrano ogni anno migliaia di presenze. Una chiara dimostrazione del grande interesse dei turisti, italiani e stranieri, ai quali gli unici fiori che Sanremo mostra sono gli oleandri delle siepi spartitraffico dell’autostrada.
L’idea che un viaggio in Olanda bipartisan sia la soluzione del problema fa sorridere, ma forse ci salveremo non con le coltivazioni di rose e garofani, esposte alla concorrenza internazionale e soffocate dalle colate di cemento, ma con le nicchie, come quella appunto del ranuncolo.

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