..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 28 gennaio 2011

IL PAESE DEL GRATTA E VINCI

Leggo a destra e a manca che il tifoso bianconero è disorientato, che non capisce l’immobilismo (in tema di mercato) della società presieduta da Andrea Agnelli. In poche parole: il popolo juventino non afferra perché vengano negati quegli investimenti necessari per consentire il definitivo salto di qualità.
Il rewind è necessario, per non smarrire la realtà.
Estate 2010, Beppe Marotta è il nuovo uomo mercato della società bianconera, passata dalla gestione Cobolli, Gigli e Blanc a quella dell'erede naturale della famiglia Agnelli, Andrea.
La stagione precedente, quella 2009/10, si conclude con un misero settimo posto ed un bottino di appena 55 punti, frutto di 16 vittorie, 7 pareggi e ben 15 sconfitte; un record in negativo per i gloriosi 114 anni della storia bianconera.
Il parco giocatori, i contratti stipulati e le prospettive future di quella che era la vecchia dirigenza, inducono Marotta a dover ripartire da capo, a cercare di ricostruire sulle macerie lasciate: prima da Calciopoli e successivamente da una gestione incompetente e disorganizzata.
La mole di lavoro è tanta, e nell'estate del 2010 vengono ceduti/prestati ben 15 elementi, considerati (a ragione) non idonei per il nuovo progetto. Lo smembramento (dovuto) fa si che nella stessa estate, cercando di non commettere gli errori degli anni precedenti, vengano presi in prestito con diritto di riscatto molti dei giocatori che stanno attualmente disputando la stagione bianconera. Insomma, con pochissimi denari a disposizione, contratti onerosi da saldare, e l'obbiettivo di entrare nella prossima Champions League, la nuova dirigenza cerca di muoversi senza fare troppi danni, offrendo al neo-tecnico Luigi Delneri una rosa di giocatori che possa competere per l'obbiettivo dichiarato.
Nel frattempo va avanti il progetto stadio, il primo di proprietà in Italia, un progetto che agli occhi del tifoso dovrebbe garantire la serietà di chi sta lavorando per il compimento dello stesso, ma che evidentemente non basta.

Il campionato, come normale che sia, inizia con alti e bassi, con giocatori che devono apprendere i dettami del nuovo mister e la confidenza con i nuovi compagni di maglia.
E' palese che non possono (e non potrebbero) bastare pochi giorni per mettere in piedi una squadra competitiva per il titolo, è lampante che con un progetto stadio (e di conseguenza debiti che si accumulano) non si possa garantire un mercato di grandi firme, è evidente che questa società lavori a lungo termine, facendo quadrare i bilanci ma al tempo stesso programmi quel che sarà il domani.
Poi c'è l'aspetto borsistico, che molti non tengono a mente e tanti manco sanno quel che significa.
La Juventus FC è una società quotata in Borsa, e far entrare denaro fresco per operare non è così semplice: per far entrare denaro in una società quotata occorre fare un aumento di capitale, che va sottoscritto anche dai piccoli azionisti.
Niente, il tifoso bianconero non è contento. Guarda in casa d'altri e s'infuria per l'acquisto di quello o di quell'altro finito a vestire la maglia del "nemico", guarda in casa propria e s'infuria per l'acquisto di un paio di elementi che definisce inappropriati nel vestire la casacca bianconera.
Nel Paese del gratta e vinci, sinceramente, tutto questo non mi stupisce nemmeno un po'.

1 commento:

hotspur1882 ha detto...

....ben detto..condivido...allo stato attuale è una delle poche societa' di serie A a lavorare con un progetto ( valido o meno valido che sia) insieme al Chievo, Udinese, e pochissime altre....ma ognuno vede le cose a modo suo...
........C'mon you Spurs...