Ci sono partite, stagioni, momenti in cui la palla non la metti dentro nemmeno se ce la porti con le mani, ed è quanto stava accadendo ieri sera all’Emirates Stadium, dove salvataggi sulla linea di porta, parate incredibili di Vorm e legni stavano portando il replay del terzo turno di Fa Cup ai tempi supplementari, naturalmente sullo 0-0.
Poi il lampo, nel cielo sereno sopra Londra, che ha fatto letteralmente impazzire di gioia Jack Wilshere e tutti i presenti, compreso Wenger, alzatosi dalla panchina sorridente e con i pugni chiusi in segno di vittoria.
Ci voleva una serata così, una di quelle serate che fanno bene al cuore, al morale, agli occhi. L’Arsenal visto ieri sera è sembrato nuovamente quello capace di ogni cosa, padrone del campo, dell’inerzia del gioco, superiore nella testa, nella capacità di andare avanti, nonostante circostanze che avrebbero abbattuto un toro.
Con il risultato di ieri sera, con la qualificazione al quarto turno della Coppa d’Inghilterra, il nostro calendario agonistico aumenterà il numero degli impegni, e questi ultimi dieci giorni di gennaio ci vedranno impegnati per ben quattro volte: tre in campionato, rispettivamente contro Chelsea, West Ham e Liverpool, e nel quarto turno di Fa Cup in casa del Brighton.
Cosa ci manca per diventare una squadra competitiva su ogni fronte è ormai evidente: la continuità.
In queste ultime settimane s’è discusso tanto sul mercato in entrata, sulla possibilità di inserire in squadra nuovi elementi che possano portare qualità e risultati. Nelle parole di Wenger espresse in conferenza stampa è uscito ciò che penso da tempo: questa squadra sta bene così, abbiamo gli uomini giusti per competere a grandi livelli, e non è il “mercatino” di gennaio che può cambiare le carte in tavola.
Quindi poche cazzate, abbiamo una squadra che in molti se la sognano, abbiamo elementi che giocherebbero titolari nei più grandi Club europei. Poi, però, ci sono i 21 punti di distanza dalla testa della Premier e gli attuali 6 (con una gara da recuperare) dall’ultimo posto utile per la qualificazione Champions. Numeri che la dicono lunga sul perché navighiamo troppo spesso a vista senza avere fino in fondo presente di quali forze disponiamo.
Poi ci sono altri numeri, che comprendono avere il quarto miglior attacco della Lega, la terza miglior difesa, l’aver subito solo cinque sconfitte. Ecco dunque che l’obbiettivo sul perché stiamo vivendo una stagione in chiaro-scuro va individuato nella continuità di rendimento, quella che c’ha portato ad inanellare ben 7 pareggi e appena 9 vittorie, se il confronto si basa con le squadre che ci precedono in classifica.
Una continuità venuta meno in gare che avrebbero, invece, dovuto proiettarci in una zona di classifica ben più consona rispetto alla quarta miglior differenza reti della Premier.
E’ qui che bisogna lavorare, è qui che bisogna migliorare. Basti pensare a gare come quella di ieri sera, a partite come quelle contro gli Spurs, contro il Newcastle, che viene spontaneo affermare che con quell’atteggiamento, con quello spirito, con quella determinazione e con quel gioco espresso la nostra classifica sarebbe senza dubbio un’altra, e che così facendo non c’è avversario che non saremmo in grado di battere.
Domenica andremo a Stamford Bridge, e la parola d’ordine sarà continuità, e gli ingredienti per far si che il match di ieri non rimanga una meteora saranno determinazione, concentrazione, spirito di squadra, voglia.
Noi ci crediamo!!! Up The Arsenal!
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