Aggiungere altro ad un risultato così, a quei quindici minuti della ripresa dove la nostra velocità d’esecuzione ha letteralmente annichilito l’intero pacchetto degli Hammers, rende poca giustizia ad una gara approcciata e condotta dal primo all’ultimo minuto con un’intensità che avrebbe spazzato via molte, se non moltissime, squadre dell’intero globo terracqueo.
Ma come detto in più di un’occasione, e come sottolineato su queste pagine, la forza dell’Arsenal noi la conosciamo molto bene, soprattutto quando gli esempi da prendere sono match come quelli di ieri sera. La differenza in classifica, invece, è stabilita da quella mancanza di continuità che c’ha fatto scivolare troppo indietro e che ancora per quest’anno ci dovrà vedere guardare chi vincerà il titolo di campione d’Inghilterra.
I numeri non mentono mai, sia quelli che ci vedono a 19 punti dallo United, sia quelli che scrivono a chiare lettere che siamo il terzo miglior attacco della Premier, la terza miglior difesa e la quarta miglior squadra nella differenza reti, il che dovrebbe significare, almeno, lottare ancora per la lotta al titolo.
Ecco perché sulla continuità, e di conseguenza sulla testa, è il lavoro che l’intero gruppo deve assolutamente continuare a svolgere, basterebbe quello per ritrovarsi, da qui ad un mese, ad essere ancora una volta tra le migliori quattro del Paese che ha inventato il calcio, per il sedicesimo anno consecutivo.
Ora la Premier andrà in letargo per una settimana, per consentire alla FA Cup di disputare il quarto turno, tra sabato e domenica, e a noi di scendere a sud, a Brighton, per strappare una qualificazione che ci proietterebbe a giocarci seriamente la coppa della Regina.
Poi, mercoledì prossimo, sarà la volta di Arsenal-Liverpool, un match che sancirà definitivamente se la cura continuità avrà avuto i suoi effetti, pronti ad inseguire un quarto posto distante ora solo 4 punti.
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