..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 20 marzo 2013

C'E' CHI DICE NO

I dati non mentono mai, che questi siano positivi o negativi. Quelli positivi (dati Ministero delle Finanze) recitano così: il prodotto interno lordo è cresciuto di circa il 16% negli ultimi 4 anni e le spese destinate alle infrastrutture, lo scorso anno, hanno registrato un +7%. Grattacieli, ristoranti, bar, centri commerciali e negozi di lusso si ritrovano, ormai, in ogni angolo. La crescita relativa all'anno 2011 si assesta al +4,3%. Di chi stiamo parlando?
Dell'attuale sesta economia europea, quella che oggi, a nome del proprio Presidente, Bronisław Komorowski, risponde così: "Euro? No Grazie, per ora non ci riguarda.".
La Polonia dice di no all'Euro e uno studio di Pko Bank, la più importante banca del Paese, conferma che "il più grande timore percepito è quello di un peggioramento delle condizioni economiche e di una più elevata vulnerabilità, e non sempre l’euro è visto come un’opportunità, specie in periodi di estrema sofferenza come questi.". Chiaro e limpido, al punto che lo Stato polacco oggi si può permettere un Pil in costante crescita (+4,3% nel 2011 e +2% nel 2012) e dei conti pubblici decisamente equilibrati, con un rapporto deficit/Pil del 3,4%, in netto calo rispetto agli anni passati. 
Detto molto semplicisticamente: non raccontateci più balle! L'euro allo stato attuale non è altro che un cancro destinato ad uccidere tutti coloro che lo contraggono, e le metastasi chiamate Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna, oggi Cipro e domani chissà, sono li a testimoniarlo.
Ricordate cosa ci dicevano a pochi mesi dall'ingresso dell'Italia nell'euro? "Con l'Euro aumenteranno i posti di lavoro e l'Europa sarà la macro-area più concorrenziale e dinamica del mondo, e non entrare nell'euro sarebbe controproducente, in quanto i Paesi resterebbero in tal modo tagliati fuori dal mondo.".
Da quel giorno ad oggi s'è verificato l'esatto contrario, e chi non vuol vederlo è complice di un sistema che sta distruggendo quel poco che resta di quello che era il vecchio continente.