Dopo giorni in cui si discuteva sul pareggio di bilancio e su eventuali correzioni da apportare al documento di economia e finanza, il governo ha riscritto il destino dell'Imu, dichiarando permanente (e non più triennale) il tributo applicato sulla componente immobiliare del patrimonio. Da Palazzo Koch è arrivato il benestare sulle modifiche apportate, seguito a ruota dalla Corte dei Conti (il taglio dell'Imu avrebbe comportato una perdita di gettito di 11 miliardi di euro), e ora sarà necessaria una legge che lo confermi. Ma non solo.
Da Via Nazionale è giunto il monito che per mantenere il pareggio di bilancio anche dal 2015 saranno necessarie ulteriori correzioni, di dimensioni limitate (si parla di un punto di Pil), ma ulteriori. Per quanto riguarda l'Iva l'aumento fa già parte della legislazione vigente, e sarà difficile trovare le risorse (circa due miliardi) per fare marcia indietro. Se penso che ci sono stati italiani, andati al voto, che non solo hanno creduto all'abrogazione ma pensavano veramente che qualcuno avrebbe potuto restituirla, con un set di pentole e di federe in allegato. menomale che l'imbroglione è Grillo.