..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

lunedì 29 aprile 2013

IL DITO E LA LUNA

Agosto 2012, un uomo si da fuoco davanti alla Camera dei Deputati. Originario di Forlì, vedovo, in gravi difficoltà finanziarie perché disoccupato aveva detto al figlio che sarebbe andato nella capitale, ma il giovane non sospettava minimamente che avesse intenzione di compiere un gesto simile. Angelo Di Carlo, otto giorni dopo il disperato gesto, è deceduto all'ospedale Sant'Eugenio di Roma, lasciando dietro di se la disperazione in cui era caduto. Non era stato il primo a compiere un gesto così estremo, e purtroppo non fu nemmeno l'ultimo. Pochi i mezzi d'informazione che allora diedero risalto alla notizia, nessuno (o quasi) dal mondo della politica che si interrogò seriamente sul disagio sociale che gli Angelo della penisola stavano vivendo per mancanza di un lavoro, per la morsa dei debiti, per una dignità umana che stava pian piano scomparendo, giorno dopo giorno. 

Tutti suggerirono una riflessione, nascondendo le proprie responsabilità, concordando che era giunto il momento di dare delle risposte, ma di contro praticarono inesorabilmente quelle manovre politico-economiche che da quel giorno ampliarono la drammatica situazione vissuta da Angelo e dai tanti come lui.
Oggi, dopo quanto accaduto nella giornata di ieri davanti alla sede del Governo, le riflessioni sono tornate in gran voga, puntate su chi in questi mesi non ha avuto la responsabilità di pesare le parole; perché ancora una volta le loro, di responsabilità, s'è preferito lasciarle da parte.
Oggi la colpa del gesto del ragazzo calabrese è da imputare a chi alza i toni, a chi punta il dito contro la Casta, pallottole esplose perché da mesi s'è montata una campagna d'odio contro l'inefficienza della politica.
Oggi come ieri si preferisce pulirsi la coscienza. Ieri usando parole da campagna elettorale, oggi addossando le colpe a chi ha portato a galla il marcio del sistema. In entrambi i casi, ancora una volta, s'è pensato bene di guardare il dito, nascondendo la luna.