Il MoVimento 5 Stelle, quello che occupa le aule di Camera e Senato, quello che scende nelle piazze a parlare con i cittadini, quello che denuncia tutta la malagestio che ha dominato la scena degli ultimi lustri, fa politica. Seria, impegnata, costruttiva. Capace di mettere nero su bianco proposte, decreti e tutto quel che concerne il lavoro che un gruppo politico dovrebbe sempre realizzare. Ci sono mancanze, inesperienza, idee ed opinioni anche non condivisibili, ma comunque migliorabili, come tutto nella vita.
Il MoVimento 5 Stelle è politica, e di questo bisogna prenderne atto, subito, immediatamente.
La denuncia che parte da queste pagine vuole essere seria, impegnata, costruttiva. L’idea che abbiamo da questa parte della barricata è imprescindibile per il futuro di un movimento che ha raccolto quasi nove milioni di voti.
Agli albori l’idea di essere contro tutto e tutti è stata il traino che ha portato ad un risultato di proporzioni mondiali, insperato anche dall’interno. Oggi è cambiato tutto, da quel 26 febbraio è inevitabilmente girato il mondo a 5 Stelle. Oggi siamo dentro al Parlamento, e una volta entrati abbiamo avuto la forza di fare politica. Ma in questo Paese, soprattutto in questo Paese, la politica passa dalle televisioni, e noi dobbiamo essere presenti, sempre più presenti. Punto.
Ieri sera da PiazzaPulita abbiamo avuto l’esempio, con l’intervento di Marcello De Vito e di Alessandro Di Battista.
Niente di rilevante, ma la loro presenza nel rispondere punto su punto agli argomenti proposti dal format di Corrado Formigli ha evidenziato come in questi tre mesi il silenzio voluto dalla base non ha portato nulla di positivo, anzi.
I conti vanno fatti con gli abitanti del miserabile paesello al centro del Mediterraneo. I conti li possiamo fare con il post uscito in queste ore sul Blog di Beppe Grillo: 19 milioni di pensionati, 4 milioni di stipendiati pubblici, 500mila che vivono di politica. Tutti facenti parte di un’Italia che va ancora a votare per il proprio tornaconto, ognuno per il proprio tozzo di pane. Quel 60% che ha deciso nel week-end appena trascorso di votare i responsabili del disastro dell’ILVA, del Monte Paschi di Siena, l’amministrazione che nel 2008 ha portato il comune di Roma ad accumulare un debito di 12 miliardi di euro. E non è un caso se in questi mesi/anni non ci siano stati casi di funzionari pubblici, pluripensionati o dirigenti di partecipate che si siano suicidati, mentre al contrario sfrattati, imprenditori falliti, disoccupati si danno fuoco, si buttano dalla finestra o si impiccano.
E’ giunta l’ora di comunicare con l’Italia intera, è giunta l’ora di andare in televisione non a fare i politicanti ma a parlare di Politica, è giunta l’ora di rendere pubblico attraverso quel mezzo idee, programmi, proposte, è giunta l’ora di rispedire al mittente tutto il fango che minuto per minuto, in questi lunghi tre mesi, c’è stato buttato addosso.