Il Paese aspetta risposte urgenti. E' lo slogan che usano a partiti alterni tutti gli uomini di governo, compreso l'inquilino di Palazzo Chigi. Infatti l'incontro avvenuto per risolvere i nodi dell'Imu e della Cassa integrazione in deroga, oltre al taglio degli emolumenti per l'incarico da ministro, ha rinviato le risposte a data da destinarsi. O meglio, i giorni a disposizione sono 100 (cento!), ma esiste la volontà politica di portare avanti la discussione avviata. Che personaggi premurosi. Eppure qualcosa non torna: questo continuo tergiversare, il ritorno improvviso delle vicende processuali di Berlusconi, con tanto di scena muta sulla tematica Imu, lo scontrarsi per l'ennesima volta con i 5 Stelle. Ecco che allora una data, ed in relazione all'incontro che si dice si farà la settimana prossima, toglie parecchi punti interrogativi: 29 maggio.
La strategia europea parla chiaro: attendere che in quella data la Commissione europea chiuda la procedura d'infrazione per deficit eccessivo aperta nel 2009. Il fatidico 3%, tanto per intenderci. In pratica continuiamo a far aspettare il Paese per le volontà europee, ma sempre per il bene del Paese.
Già, talmente bene che il Ministro del Mef ha già reso noto che con l'Italia fuori dalla procedura si potranno utilizzare 10 miliardi di fondi europei per gli investimenti e richiederne 1 per la disoccupazione. In entrambe le circostanze co-finanziati con risorse dello Stato. Auguri.
Nel frattempo, a due settimane di distanza dal 29, l'argomento principe è il taglio degli stipendi del governo Letta (ma li ha fatti o li ha detti?), il rinvio a giudizio di Berlusconi, con tanto di manifestazione a Brescia per gridare contro le vergognose sentenze (ah, una domanda: ma Napolitano dov'è?), l'Imu e il futuro del Pd, già, mentre l'Italia è sempre più senza un futuro, domani si decide per il futuro del Pd.