..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 12 maggio 2013

UNA DOMENICA DI MEDITAZIONE

Diversi i temi che andrebbero affrontati con profondità in questa domenica di maggio, due però meritano la nostra attenzione: l'Imu, perché è giusto ritornarci periodicamente, e il silenzio del Colle, oltre a quello del Governo. Per quanto riguarda il capitolo economico troviamo imbarazzante quanto ci stanno propinando i vari interessati a riguardo dell'Imu, ma soprattutto troviamo demagoghe le parole che vengono affiancate alla tematica. Premesso che per quanto riguarda la prima casa siamo d'accordo sulla riscrittura dell'imposta, sempre che questa avvenga dopo l'attenta valutazione delle carte depositate al catasto, troviamo falsificante la lettura che ne segue, quella riguardante il lavoro. Il tifo smodato per ridare fiato alle imprese cozza incredibilmente proprio con la discussione sull'Imu. I dati per non fare confusione: 1) quasi la metà dei 24,7 miliardi di euro di gettito Imu, ossia 12 miliardi, arrivano dalle imprese (Imu 2012); 2) la quasi totalità dei Comuni italiani ha utilizzato a piene mani la possibilità d'innalzare l’aliquota base (7,6 per mille) sugli immobili strumentali all'impresa fino al 10,6 per mille; 3) i coefficienti moltiplicatori sono infatti passati da 100 a 140 per i laboratori artigiani, da 34 a 55 per i negozi e le botteghe, da 50 a 60 per i capannoni industriali; 4) un negozio e una bottega artigiana hanno pagato, rispetto a quanto dovuto fino ad ora con la vecchia Ici, 5.000 euro in più, mentre per un capannone industriale di media superficie si sono sborsati addirittura 30.000 euro aggiuntivi; 5) le imprese continueranno a pagare dal 30 al 75% in più di quanto davano ai Comuni con la vecchia Ici.
Che tutta la discussione sull'Imu sia palesemente una goccia in mezzo al mare lo dimostrano questi dati, e questo continuare a sbandierare l'urgenza di far tornare competitivo il comparto piccola-media impresa s'imbatte in una ventata che porta grandine e non certo il sereno. Se a questo ci si aggiunge lo stallo che sta attraversando un intervento di riduzione della tassazione sul lavoro ci troviamo di fronte alle ennesime parole, dell'ennesimo governo, che in vent'anni hanno narrato al Paese solo promesse, senza mai mantenerle.
Sul fronte politico, invece, l'imbarazzo (per noi comuni mortali che abbiamo ancora una faccia) continua a farla da padrone. Che la manifestazione di Brescia non era riconducibile al sostegno di tale Adriano Paroli (che giusto per cronaca ha dichiarato: "Non era previsto un mio saluto") l'avevano capito anche le pietre, infatti non se n'è trovate, altrimenti qualcuna sarebbe potuta anche partire, ma che diventasse un "vi racconto i cazzi miei" con tanto di sfida alla magistratura ("Sistemerò i giudici") e nessuno, dal Qurinale a Palazzo Chigi, proferisse verbo è a dir poco buffo. Che Napolitano e Letta siano profondamente impegnati a bacchettare ogni affermazione dei 5 Stelle è cosa decisamente nota, ma il silenzio nel prima, durante e dopo il pellegrinaggio a Brescia del Pdl merita attenzione. Dal Colle s'è alzato un tiepido venticello di primavera: "Berlusconi non è stato peggio di altre volte, anzi.". E si, già che c'è la prossima volta una manifestazione contro la giustizia la potrebbe fare direttamente in televisione, a reti unificate; a condurre lascio a voi il nome, volendo non è difficile.
Il Premier, invece, ha dichiarato che "la difesa e il rispetto dell'autonomia della magistratura è un valore, sempre e comunque", un modo come un altro per minimizzare la protesta degli amici, i quali hanno pensato bene di colorare il loro intervento. Quagliariello: "Cancellare le identità e le appartenenze sarebbe una perdita per tutti, allora si che sarebbe vero inciucio"; Gasparri: "Ognuno ha la sua rivoluzione, noi abbiamo questa"; Alfano: "Tu vai all'assemblea del Pd (Letta ndr.), io alla manifestazione del Pdl. Leale al paese, leale al governo, leale al Popolo delle Libertà"
In queste ore il governo è partito per l'abbazia di Spineto, per fare spogliatoio, per trovare il silenzio (se andavano al Colle risparmiavano tempo e soldi), per analizzare il futuro del Paese, quel Paese che ieri s'è ribellato ad una protesta contro la giustizia mentre le istituzioni anticipavano la meditazione delle colline senesi.