..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 30 giugno 2013

PRINCESS GRIF SUL TETTO D'EUROPA

Scrivere di cavalli è da una vita una passione vera, viscerale, che lascia spazio solo alle emozioni, alle sensazioni, quelle che un trottatore è capace di darti prima, durante e dopo ogni impegno agonistico.
Nella giornata di ieri queste pagine avevano messo nero su bianco la preview del Gran Premio d'Europa, il primo sulla pista di Vinovo, il primo spostato a fine giugno e non più nel giorno della Liberazione, scrivendo a chiare lettere di una corsa che vedeva nei maschi i favoriti della competizione e che numeri e tattica di gara avrebbero potuto modificare l'ordine d'arrivo, escludendo i tre più appoggiati dal gradino più alto, questo appannaggio dell'unica femmina lasciata iscritta nella prova Open.
Al termine dei 2100 metri le cose sono andate proprio così, e nonostante la corsa abbia avuto uno svolgimento che avrebbe potuto premiare il favorito, ha vinto la migliore in pista, per distacco. Sia in termini di vittoria ma soprattutto per l'impressione destata.
Princess Grif, Roberto Andreghetti, Fabrice Souloy e tutto l'entourage della figlia di Varenne si sono aggiudicati un Gran Premio che pone in prospettiva un futuro a dir poco roseo, sicuramente ricco di appuntamenti fuori dai confini nazionali.
S'era scritto che per scelta la Grif non si sarebbe accodata dietro il possibile battistrada, Pitagora Bi, invece, dopo una sgamba ardente, la scelta (forzata) è stata decidere di farlo, per non rischiare quello che non si sarebbe dovuto rischiare. Tirava come una forsennata, andare davanti sarebbe stato un suicidio, riprenderla come è riuscito a fare Andreghetti e metterla sotto è stata una guidata di quelle che ti cambiano gli esiti. A quel punto tutto si rimetteva nelle mani di Gubellini e nelle scelte di cronometro che avrebbe fatto: andare o riprendere in mano? Il primo chilometro ha scritto 1.18, il che faceva supporre che in quella tasca la Grif c'avrebbe fatto la fine del topo, con Probo che veniva al largo seguito come un'ombra dal favorito Pascià.
Gli 800 finali avrebbero svelato l'arcano e l'eventuale errore di valutazione messo tutti nelle condizioni di correre. Sono uomini e cavalli, esseri viventi, capaci di grandi imprese ma anche di scelte errate. E così è stato. Il paletto dagli 800 ai 400 finali transitato in 28 e qualche virgola ha letteralmente animato l'allieva di Andreghetti, rimasta di trotto nel tratto da treno solo grazie alla guidata in punta di dita del driver ravennate. Probo Op di fuori subiva la violenta accelerazione perdendo qualche metro, Bellei in sulky a Pascià Lest pregustava una retta dalla quale venire fuori e fare il solo arrivo.
Ma quel 14 dai 400 ai 200 ha messo fuori causa anche lui, liberando la destra a Princess e negando qualunque possibilità di vittoria al battistrada. Con il senno di poi (ma onestamente anche durante il live) è stato evidente che Pippo avrebbe dovuto usare il cronometro in maniera diversa: facendosi avvicinare da Probo, tenendo a distanza Pascià, chiudendo tutti i buchi alla Grif; in gergo: li avrebbe dovuti ammucchiare e andarsene via agli 80 finali, quando la Princess non avrebbe più avuto i metri per mettersi in azione.
Così non è stato, e gli ultimi 120 metri sono serviti per far fare una splendida passerella alla femmina del Grifone, splendida come non mai, al punto che la sensazione è stata quella che si sarebbe potuta fare tranquillamente ancora un giro.
Tempo al chilometro 1.14 e qualche virgola, con l'ultimo giro nell'ordine dell'1.11 e ultimi 600 metri sul piede dell'1.09.
I battuti alla fine non possono rimproverarsi più di tanto. Pitagora Bi ha corso comunque bene, offrendo la sua linea, con il solo rammarico che un paletto in 14 alto gli avrebbe probabilmente offerto più chance di vittoria; Pascià Lest s'è trovato nel posto giusto e al momento giusto (non a caso in sediolo aveva Enrico), solo che quell'accelerazione non l'ha digerita, dimostrandosi un filo sotto il suo standard abituale; Probo Op ha pagato sicuramente la posizione di partenza, ma è altresì vero che la condizione l'ha aiutato poco, altrimenti sarebbe dovuto uscire e accelerare quando la testa snocciolava il 32.
Ma oltre alla Grif la prestazione da circoletto rosso l'ha offerta il compagno di colori Painting Wise, che nel tratto veloce e in terza ha guadagnato a vista d'occhio su tutti; i suoi 600 finali sono una roba mostruosa. Peccato che il palo non gli è stato amico, vedendolo rompere a pochi metri da un piazzamento di prestigio.