..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 29 giugno 2013

WELCOME BACK VICTORY, WELCOME BACK VALENTINO

La cattedrale dei motori l'ha incoronato nuovamente Re, dopo 2 anni 8 mesi e 19 giorni dalla sua ultima vittoria, quella conseguita nel GP della Malesia del 2010. Una vittoria bella, solare, contro i più forti di questa new generation, una vittoria a discapito di tutti coloro che l'avevano definito finito, bolso, senza più il coraggio. Valentino al termine della gara è stato sincero e vero come sempre è stato, dichiarando che con un Lorenzo al 100% sarebbe andata diversamente. Lui lo sa, se ne rende conto, perché altrimenti non si diventa campioni del mondo per nove volte.
Però le gare sono queste. C'è chi sta meglio e chi sta peggio, chi ha problemi e chi meno. Valentino ne ha avuti tanti nei due anni in Ducati, spiegati, discussi, messi alla luce. Non sono mai stati alibi della sua tornata sulla terra, ma anche in quel caso non s'è nascosto, mentre altri, facendolo, gli attribuivano la fine di un'epoca.
Oggi è partito convinto che quando si scende in pista non lo si fa per conquistare un podio, ma per vincere, ed infatti ha vinto. S'è ritrovato terzo dopo un paio di giri, ha visto le due Honda ufficiali di Marquez e Pedrosa provare a prendere il largo. Non gliel'ha permesso, le ha attaccate, superate, messe dietro, tenute a distanza fino a quando ha deciso che era il momento di chiudere game, set e match.
Quella bandiera a scacchi che gli è sventolata davanti al cascone se la ricorderà per molto tempo, forse più di qualsiasi altra, probabilmente ancor di più della medesima su identico circuito nel giorno della centesima vittoria.
Assen va in archivio. Lorenzo ne esce ancor più forte di prima, Marquez ha dimostrato di saper e poter stare con i migliori, così come Crutchlow, che nonostante tutto ha festeggiato la sua prima pole in carriera: Pedrosa se ne torna in motorhome con le bastonate sulla schiena e una testa che difficilmente riuscirà a sopperire ad una giornata che per lui sarebbe dovuta essere positiva e che invece s'è trasformata in una Caporetto.
E Vale? Vale rimane quello che è, e cioè il miglior pilota di motociclismo dell'epoca moderna, e cioè un ragazzo di trentaquattro anni capace ancora di emozionarsi per una vittoria. Un ragazzo che ha saputo in un solo pomeriggio fare emozionare tutti coloro che l'hanno sempre seguito, tifato, idolatrato, creduto in lui.
Domani il circo sposterà il suo spettacolo in altri angoli del globo, quelli che non vedono l'ora di ammirare ancora una volta il 46, quello che da domani potrebbe essere nuovamente capace di stupire addetti ai lavori, tifosi ma soprattutto se stesso.