..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 13 giugno 2014

ONE MORE WIN

Alla Triple A di Miami è andato in scena il quarto episodio delle Finals Nba 2014, e i 19900 spettatori dell'Arena situata nello Stato federato meridionale degli Stati Uniti d'America caldi come non mai.
Per spingere LeBron e tutti gli Heat a pareggiare la serie, che vede San Antonio avanti 2-1.
Ma nella testa degli Spurs rimane avvitata quella data: 20 giugno 2013. E da li i ragazzi di Gregg sono ripartiti per trovarsi nuovamente a giocarsi il titolo, l'orgoglio, l'onore.
Coach Spoelstra conferma il quintetto visto in gara-3: Chalmers, Lewis, Wade, James e Bosh. Stessa linea per Gregg Popovich, che dopo l'inverosimile 111-92 di due giorni prima punta ancora una volta su Boris Diaw, affiancandolo a Parker, Leonard, Green e Duncan.
Un Boris Diaw che con il senno di poi risulterà la scelta più indovinata e decisiva degli ultimi trent'anni di finali Nba.
Pronti via e Miami pigia immediatamente sull'acceleratore, dando la sensazione che questa partita niente avrebbe avuto a che fare con la precedente.
Ma il fuoco di paglia si esaurisce presto, troppo presto. L'End-Off proposto da San Antonio mette Miami spalle al muro. Il Pick 'n Roll in movimento dei ragazzi di Popovich, con il lungo palla in mano, porta confusione sul secondo difendente, incapace di capire lo sviluppo dell'azione.
L'aggressività di Miami non porta alcun risultato, mentre la partenza decisamente più "morbida" degli Spurs garantisce quella lucidità in entrambe le fasi.
Le percentuali di gara-3 non vengono ripetute ma il giro-palla si, anzi. La fluidità d'azione è per molti versi migliore.
La sofferenza di Miami, man mano che passano i minuti, si fa sempre più evidente. Quel continuo ruotare sugli accoppiamenti, come successo in gara-3 ma con maggiore continuità, manda Miami ai matti.
Dopo appena 5' di gioco il risultato recita: San Antonio 13, Miami 4.
Dal Time-Out chiamato da Spoelstra, Miami esce forte. Bosh piazza un 3-3 che fa rientrare in partita gli Heat. La contromossa di Popovich è consequenziale: Time-Out Spurs.
Il rientro in campo è devastante. 
San Antonio alza i ritmi, il giro-palla assume le sfumature degli anni d'oro degli Harlem Globetrotters, e i tiri "facili" iniziano ad arrivare copiosi.
Ma era sempre la difesa a fare la differenza. Prima Bonner e poi Mills hanno l'ardire di prendere uno contro uno LeBron, con risultati eccellenti.
La politica di ruotare gli accoppiamenti porta dividendi importanti e a fine primo quarto il risultato vede San Antonio nettamente avanti: 26-17.
Al microfono di Doris Burke, Gregg Popovich conferma che l'ottima predisposizione difensiva sta facendo tutta la differenza di questo mondo. Più intensa, più solida rispetto a gara-3, con un numero decisamente maggiore di rotazioni e quel continuo pressing alto sul portatore di palla. L'inizio di secondo quarto è uno spettacolo per gli occhi. Signore e signori, questa è una pallacanestro di un altro pianeta.
La difesa forte permette un attacco di livello impari. Green piazza triple come se grandinasse, e quando il "flipper" Spurs si mette in moto l'attacco al ferro è inarrestabile.
Splitter prima, Diaw in schiacciata poi portano San Antonio a +13 a 8' dalla fine del primo tempo.
Miami prova a risollevarsi con Ray Allen, che con due triple a seguire accorcia le distanze.
Ma quell'assist di Diaw dietro la schiena per la schiacciata di Tiago Splitter chiarisce oltremodo a cosa si sta per assistere nella Contea di Miami-Dade.
Spoelstra è costretto nuovamente al Time Out, ma il rientro in campo produce solamente la continuità d'azione degli Spurs. Miami non azzecca più un canestro, San Antonio si.
Dentro Ginobili e Bang! Tripla dall'arco, dopo l'ennesimo rimbalzo offensivo Spurs. Spoelstra non sa più che fare, James, frustrato, scaglia la sfera dopo l'ennesima chiamata per il Time Out Heat, specchio del momento a dir poco complicato dei padroni di casa.
La mappatura a 5' dal termine del primo quarto è la seguente: 57% dal campo, 5-9 dall'arco, 11 assist e 18 punti in zona pitturata per San Antonio; 37% dal campo, 3-8 dall'arco, 4 assist e 8 punti in zona pitturata per Miami. Nei 20' giocati San Antonio ha concesso 28 punti (ventotto punti) agli Heat, in casa loro. La partita prosegue a senso unico con evidenti difficoltà di rientro per Miami.
L'inserimento del doppio playmaker da parte di Spoelstra la dice lunga sull'impossibilità di Miami di trovare la quadratura del cerchio. A questo ci si mette anche la contromossa di Popovich, che in un amen butta in campo contemporaneamente TP#9, Mills e Ginobili. Risultato: i "Drive" aumentano a dismisura e i tiri da qualunque zona del campo giungono ad un ritmo improbo per chiunque.
Su uno di questi si fotografa l'inerzia del match. Giro-palla che porta Mills alla conclusione dall'arco. Solo ferro, ma dal nulla spunta Kwahi Leonard. Schiacciata in faccia a Miami, a Pat Riley (inquadrato con lo sguardo di chi aveva già visto tutto) a tutta la American Airlines Arena.
Si chiude il primo tempo. San Antonio 55, Miami 36. Ancora una volta 20 punti di differenza.
I numeri sono impietosi. Parker: 12 punti (6-10); Green 9 punti (3-4); Leonard 8 punti (2-5), 8 rimbalzi e 3 assist; Ginobili 5 punti (1-3). La mappatura dei primi 24' non si discosta di molto. Dal campo: SA 55.6%, MIA 35.3%; Da tre punti: SA 6-13, MIA 4-10; Rimbalzi: SA 25, MIA 14; Assist: SA 12, MIA 4; Punti in zona pitturata: SA 28, MIA 8.
Il rientro dagli spogliatoi sembra aver cambiato la testa di Miami, o meglio, quella del solo LeBron, che in breve mette a referto 10 punti e un considerevole 4-4 dal campo. Mini parziale che consente agli Heat di rimanere in partita.
Ma Popovich è personaggio che ha visto tanto ed il Time Out è immediato, con Manu Ginobili pronto a subentrare.
Il rientro in campo è per Miami devastante. Tim Duncan appoggia al tabellone, Diaw continua a dominare qualunque zona di campo in cui viene chiamato, mentre Leonard, imperterrito, cavalca l'onda della trance agonistica: doppia cifra a rimbalzo, doppia cifra dal campo. San Antonio torna a +20.
Spoelstra è costretto nuovamente al Time Out a 5' dalla fine del terzo quarto.
Si rientra in campo e Leonard sale ancora in cattedra. Difesa incredibile su LeBron, stoppata ma fischio generosissimo degli arbitri che mandano il prescelto in lunetta. Ma Kwahi non ci sta. Ancora difesa forte, questa volta su Wade, ed il Close Out questa volta premia il californiano.
Transizione, ed il "flipper" Spurs dispensa spettacolo. Parker, Diaw, Ginobili, ancora Parker, Leonard, Diaw e schiacciata conclusiva del caraibico #21. San Antonio è spettacolo allo stato puro.
Miami riparte, Allen non la mette, a rimbalzo chi la prende? Si, avete indovinato, ancora lui.
Transizione San Antonio. Parker va in angolo, passa a Diaw che accompagna, Duncan riceve, attende le spaziature, Ginobili piazza il blocco su Wade, lo scarico del caraibico è per Leonard.
Dall'arco parte l'ennesima perla del #2. Bang! Gli Spurs volano a +24. Miami è come un pugile al tappeto.
Gli Heat vanno ancora in Time Out.
Il rientro in campo non cambia di una virgola quanto visto fino adesso, ed il volume di San Antonio rimane alto, altissimo.
Leonard è dominante, San Antonio sembra volare in ogni angolo di campo e se non fosse per LeBron (28 punti e 10-15 dal campo), Miami potrebbe evitare di presentarsi per l'ultimo quarto di match.
L'81-57 di fine terzo quarto la dice decisamente lunga.
Si va per gli ultimi dodici minuti di gioco. Miami prova l'ultimo, disperato arrembaggio. Dentro Haslem per Andersen, Wade mette dentro quei tiri mai entrati in serata. A 9' dalla fine il momento della verità, con San Antonio ancora avanti di 20.
Gli Spurs perdono due palle consecutive e Wade porta gli Heat a -18. Popovich è un animale in gabbia e chiama immediato il Time Out.
L'uscita Spurs dal Time Out, ogni uscita degli Spurs dal Time Out, è pura poesia.
Ginobili per Diaw, Diaw per Mills, con l'australiano che dall'angolo fa Bang! Tripla del +21.
Di fronte attacca Miami con Chalmers, e Mills che ti combina? Posizione presa, piedi piantati a terra e sfondamento Heat. Ma non è ancora finita.
A 8' dalla fine rientra Leonard, ancora una volta, per la seconda consecutiva, per due volte di fila in trasferta sul campo dei due volte campioni in carica, Mvp di serata (da dividere, per distacco, con Boris Diaw).
L'onnipotenza del #2 annichilisce i 28 metri della Triple A.
Tiro dai 4 metri che si infila (20° punto). Palla rubata a Wade, transizione e scarico nell'angolo per Parker. Il tiro prende il ferro. A rimbalzo ancora lui, palla nuovamente in mano e fallo subito. Le Finals Nba 2014 sono dominate da un solo uomo: Kwahi Leonard!
A 3' dalla fine Popovich chiama il Time Out con gli Spurs avanti di 22. La American Airlines Arena si svuota, Miami non ci crede più, San Antonio torna in campo con Belinelli (che la mette subito dai 4 metri), Baynes, Joseph, Bonner e Ayres.
Il trionfo Spurs è completo. Finisce 107-86.
I ragazzi di Popovich non si fanno prendere da facili entusiasmi, a partire da Tim Duncan, che nella notte ha raggiunto quota 158 gare di post-season in doppia doppia, superando di una un certo Magic Johnson.
Si va tutti negli spogliatoi, consapevoli che il percorso è ancora in atto.
Certo, le statistiche raccontano che nelle 31 volte in cui una delle due squadre s'è trovata avanti 3-1 nelle Finals, per altrettante 31 volte ha indossato l'anello. Ma questo non deve fare perdere lucidità e concentrazione ad una delle squadre più belle e spettacolari che la Lega abbia mai visto. 
Domenica a San Antonio mancherà una sola vittoria per chiudere tante cose, e noi non mancheremo di essere presenti.

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