..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 12 marzo 2020

Ci accontentiamo di un riff di Jimi Hendrix


La storia, seppur manipolata, narra da sempre del conflitto dell'uomo con i propri simili. Un fenomeno collettivo che nel corso dei secoli ha abbracciato qualsivoglia tema: bellico, economico, religioso, sociale, razziale. Nel tempo, scrittori di ogni cultura e posizione politica hanno trattato il tema della guerra nelle loro opere: dall'arte della guerra, uno dei più importanti trattati di strategia militare risalente al VI secolo a.C., fino ai giorni nostri. E così hanno fatto pittori, scultori, filosofi, teologi, mettendo al centro le ferite che i conflitti hanno lasciato addosso all'intera comunità. 
Guerre che si sono combattute con armi, con ricatti, con bugie. Ostilità che hanno alzato muri, creato distanze, scavato solchi, ampliato la piramide sociale di una nazione, di un continente, dell'intero orbe terracqueo. Dissidi capaci di sterminare milioni di persone, di porre la parola fine a tradizioni, culture, lingue, popoli. 
Il tutto con sempre l'essere umano al centro di scelte e decisioni, in grado queste di determinare l'inizio e la fine, la nascita e la morte di qualsiasi conflitto. Per interesse, per subdole strategie di potere, non c'è mai stata la fine di una qualunque guerra. Celati dietro terminologie di comodo, i trattati hanno alterato il reale significato di pace, anche quando l'uomo credeva di viverci dentro. La produzione in serie di dittature, democrazie pilotate, capitalismi di rapina, abili ideologie, hanno innescato meccanismi atti a tenere sotto controllo l'intero sistema, proiettando su grande schermo un mondo fatto e finito per le esigenze di pochi a discapito di molti. 
Un amico evidenziava. La pace del 1945 è stata una delle più grandi bugie della storia. Un ennesima pace artefatta, colonizzatrice e vacillante. Gli americani si sono presi ogni angolo di mondo, innescando un meccanismo di demenziale capitalismo, e laddove non riuscivano hanno imposto governi fantoccio usciti da truculenti colpi di Stato. L'Europa è finita a Versailles nel 1918 e da allora è un coccio inutile e maldestro, una comunità basata esclusivamente su interessi bancari a scapito dei cittadini. Il Socialismo reale si è dimostrato un imbarazzante messa in pratica di un ideologia materialista iniziata a crollare su se stessa alla prima puntata di Happy Days e al primo riff di Jimi Hendrix. La Chiesa del messaggio evangelico pastorale a favore degli ultimi si è addobbata d'oro, allontanando i poveri e avvicinando cosche d'ogni risma. L'Oriente al quale ogni avanguardia ha pensato come stimolo spirituale è divenuto lentamente un drago avido, onnivoro, onnisciente di tecnologia. L'Africa resta da secoli un continente moribondo, affamato, povero, lasciato a se stesso, dove ogni parvenza di volontà organizzatrice e progressista è stata annegata nel sangue. Il Medio Oriente è una strampalata cartina geografica redatta da coloro che non volevano pacificare ma alimentare attriti fra le confessioni islamiche per non privarsi di petrolio a buon prezzo, incastrandoci lo Stato di Israele a fomentare "produttive" discordie. 
E dietro, ancora una volta, per l'ennesima volta l'uomo, nel decidere il dove, il come e il quando. Raffigurazione del Dio onnipotente ma incapace di provare umiltà, coscienza, ragione. 
Oggi però, di fronte ad una guerra che non si combatte più con armi, bugie e democrazie pilotate, e men che meno con la possibilità di cessarne l'iter tramite trattati e interessi. Al cospetto di un'emergenza che nessuno, men che meno coloro che si sono presi ogni angolo di mondo, è in grado di determinarne la fine, o di conoscerne la data di scadenza, l'uomo è nudo, spogliato di quella centralità che ne ha contraddistinto il percorso nella storia antica e moderna. Angosciato di fronte all'ignoto, all'imponderabile, a ciò che da sconosciuto si è presentato davanti alla scienza. 
Ora, probabilmente per la prima volta, sarà l'intera comunità ad avere la possibilità di decidere il dove, il come e il quando. Scavalcando la decisionalità del singolo, disarcionando dittature, democrazie pilotate, capitalismi di rapina, abili ideologie. 
Portandosi in prima linea per combattere una guerra che non conosce differenze sociali, che non alza muri. Non rimane quindi che attendere, accontentandoci di un riff di Jimi Hendrix.

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