Siamo una coppia di Sanremo, la città che solo un mese fa "faceva rumore" e riempiva le case degli italiani con il Festival della Canzone Italiana. Un "check-point" che rimarrà inevitabilmente avvitato alla storia del Coronavirus: perché dopo la kermesse canora è iniziato il countdown che ci ha portato alla situazione che tutto il Paese sta vivendo.
Un Paese fantasma che dalla mattinata di martedì si è svegliato con un'unica prerogativa: stare a casa. Una misura adottata dal Governo per proteggere i propri cittadini. Tutti, indistintamente.
Un'ordinanza atta a far evitare luoghi affollati e tutte quelle situazioni che fino alla serata in cui Diodato trionfava sul palco dell'Ariston nessuno di noi pensava lontanamente di dover vivere. Scrivendo quanto segue a quattro mani, ci siamo trovati nostro malgrado catapultati all'interno di un mondo che ha portato mutamenti radicali del nostro vivere quotidiano, e soprattutto del vivere quotidiano dei nostri due bambini (entrambi autistici), che come quelli dell'intera penisola non hanno più avuto la possibilità di svolgere la vita di tutti i giorni. Ma tutto questo si è ulteriormente amplificato, dovendo rinunciare di fatto a: 1) musicoterapia; 2) logopedia; 3) terapia comportamentale; 4) piscina; 5) scuola.
Se a ciò aggiungiamo che proprio nella giornata di martedì abbiamo dovuto disdire anche la festa dell'undicesimo compleanno, prendendo in serissima considerazione le misure adottate dal Governo e pensando principalmente alla salute dei nostri bambini e di chi avrebbe dovuto presenziare all'evento, ecco che il quadro si è completato con tutte le controindicazioni che questo ha comportato e sta comportando.
Nonostante ciò, benché le difficoltà proseguiranno fino a data da destinarsi, crediamo fortemente che le misure adottate dal Governo sconfiggeranno il Coronavirus.
Crediamo che tutti coloro che stanno operando per la risoluzione del problema verranno a capo di una contingenza tanto grottesca quanto preoccupante e di non semplice risoluzione.
Crediamo soprattutto che questo Paese, i suoi cittadini, la stragrande maggioranza, sapranno seguire i dettami del Governo per accelerare l'uscita da un qualcosa che i più stanno giustamente identificando come incubo.
Non sappiamo se il Coronavirus ci cambierà o se in qualche maniera ci ha già cambiati. Facendoci comprendere il valore di un abbraccio, di una mattinata trascorsa a scuola, di un pomeriggio a festeggiare un compleanno.
A oggi non sappiamo nemmeno come finirà e soprattutto quando, ma se tutti insieme sapremo fare "rumore" da questa forzata esperienza ci porteremo dietro quella condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni: la libertà.
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