..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 22 marzo 2020

Sotto i colpi del coronavirus è crollato definitivamente il blocco atlantico


Se Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Jean Monnet e Robert Schuman potessero osservare l'Europa in piena emergenza coronavirus si metterebbero le mani nei capelli, rigettando tutte le questioni sanitarie, economiche e finanziarie che hanno portato burocrati e politici dell'Unione Europea a calare la maschera, esibendo una volta di più quella totale mancanza di organizzazione e sovranazionalismo che i sopraccitati padri fondatori collocarono nella filosofia storico-politica dell'Unione stessa. 
I continui ritardi in decisioni e coordinamento, le deflagranti e volute dichiarazioni della neo presidente della Banca centrale europea, l'assenza totale di piani di emergenza nonostante i molteplici e inascoltati appelli redatti negli ultimi lustri da sanità e ricerca, la messa in discussione di Schengen e il conseguente blocco dei presidi ospedalieri destinati a chi ne necessitava più di altri, le colpe di un sistema crollato giorno dopo giorno sotto l'incedere della pandemia. Il Covid, oltre ad avere messo a dura prova sistemi sanitari, governi e popolazioni, è stato un vero e proprio stress test per l'intera comunità europea, evidenziando scompensi sotto tutti i punti di vista e come sottolineato dal Presidente della Repubblica facendo mancare quella solidarietà perno centrale del progetto dell'unificazione europea. Poco aggiunge quindi la sospensione del patto di stabilità, anzi. Dopo l'epoca dell'austerity, dopo aver contingentato per anni lo sviluppo dei propulsori economici di un intero continente, lo sbloccare solo adesso la pompa che inietta denaro nel sistema mette nero su bianco gli enormi errori commessi dalle politiche liberali e pseudo progressiste, quelle che oggi, corruzioni interne comprese, hanno messo a nudo l'intero sistema sanitario. 
E se l'occidente europeo poco ha contribuito ad alleviare e risolvere problemi altrettanto ha fatto quello a stelle e strisce. Trascinata nel negazionismo a oltranza dal proprio leader anche la terra scoperta da Colombo ha affrontato e sta affrontando la pandemia muovendosi a tastoni e soprattutto senza aver stretto un legame di collaborazione con l'alleata Europa.
La pandemia in Italia ha evidenziato l'impossibilità di gestire emergenze simili attraverso le autonomie regionali (ad allarme rientrato dovranno finire sui tavoli istituzionali dossier che centralizzino definitivamente temi come la sanità), e gli aiuti concreti sono pervenuti dalla Cina (mezzo milione di mascherine, 4 tonnellate di materiale medico, 1800 tute protettive, 150 mila guanti e un team di esperti della Croce Rossa), dalla Russia (nove aerei pieni di attrezzature mediche e veicoli per la disinfestazione) e da Cuba (52 tra medici e infermieri). Un tempo a fare le donazioni erano gli Usa e il Vecchio Continente.
Di questo, oltre che prenderne atto, bisognerà un domani chiederne conto.

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