..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 30 dicembre 2007

UNA LACRIMA

Poche ore ci separano a festeggiare l’inizio di un nuovo anno, chi con amici, chi con i parenti, chi in un ristorante, chi in un locale di tendenza, molti sicuramente tra le mura domestiche, io farò parte dell’ultima categoria citata.
Allo scoccare della mezzanotte, un pensiero da parte mia sarà rivolto a chi oggi non c’è più. Mio Padre.
E’ il primo capodanno che passerò senza la possibilità di abbracciare e baciare la persona che mi ha messo al mondo, senza poterlo stringere forte per fargli gli auguri, senza poterlo guardare negli occhi.
Dicono che le ferite con il tempo trovano la maniera di rimarginarsi. Cazzate. Non è assolutamente vero. Probabilmente possono smettere di sanguinare, ma le cicatrici che lasciano, non c’è ne tempo ne nient’altro che possano cancellarle.
Vincenzo, io lo so che oggi saresti orgoglioso di me, per tutto quello che mi hai insegnato e per tutto quello che sono riuscito ad apprendere, lo sai che non piango più, e che ogni volta (tutti i giorni) che ti penso, un sorriso mi attraversa il viso.
Prima di lasciarti quella lettera che ti ho scritto il giorno del tuo addio, vorrei farti sapere che qui va tutto bene, il lavoro prosegue, la mamma tiene duro, lei sai com’è fatta, una roccia, il tuo nipotino oggi si è commosso quando ci siamo messi a parlare di te, gli manchi tanto e tua nuora è sempre più matta che mai, ma anche a lei gli manchi.
Ops, dimenticavo, in questo ultimo periodo ho conosciuto un Team di persone che mi hanno accolto nel loro intento di difendere la “nostra” Juventus, sono sicuro che ne avresti fatto parte (a tuo modo) anche te.
... a me piace pensare che sia stato proprio papà, andandosene, a restituirmi la capacità di credere in me stesso.
Con un sorriso accompagnerò ogni mio giorno, ogni mio movimento, ogni mia gioia, ogni mia delusione, ogni mio momento in cui vorrò stare accanto a te.
A modo mio, ho imparato da te il lavoro, il sudore, la fatica, i sacrifici, l’onestà, la vita.
Ci sono molte, troppe cose che da quel giorno sono rimaste sole con me e senza di te, ma le continuo a vivere, perché loro avevano bisogno di noi e ancora di più oggi hanno bisogno di me, della mia grazia, dei miei dispiaceri, delle mie emozioni.
Perché le abbiamo respirate, vissute, condivise, combattute, a volte vinte altre perse, a volte ci hanno regalato un istante di felicità altre meno, facendo parte della nostra vita, e per sempre vivranno, dentro di me accanto a te.
Nessun rimpianto, nessun rancore accompagneranno i miei giorni lontano da te, solo rabbia, di non potere più sentire la tua carnalità addosso.
Mi sono intriso di una fede, di una passione, che mi hai trasmesso…la nostra Juventus.
Ho saputo cogliere l’importanza della dignità, dell’orgoglio, di quello che oggi sono grazie al tuo nome.
Mi hai donato il regalo più bello, la vita.
Una vita che ho vissuto a volte lontana da come la intendevi tu, una vita forse troppo spericolata da come la volevi te.
Ma la fiducia che ci eravamo costruiti ha fatto si che questa mia vita non ci allontanasse mai, non fosse poi così diversa.
Rimarrai per sempre un esempio di padre, con i tuoi limiti, i tuoi sbagli, i tuoi difetti, ma con un cuore che non ha mai avuto ne confini, ne falle, ne mancanze…

Ciao papà, anche se adesso mi sta scendendo una lacrima…

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