di ANDREALOCA dal Blog dello Ju29ro
«In un momento come questo sono più che mai convinto che il silenzio sia d'oro per persone con ruoli così importanti come il mio e quello di Moratti. Però, se mi chiedete di commentare la frase 'banda di truffatori' allora vi dico che la Juventus lo scudetto del 2002 lo ha vinto sul campo e non capisco perché ingiuriare il tecnico di quella squadra, che è anche il ct campione del mondo in carica, oltre a giocatori come Buffon, Del Piero, Ferrara, Birindelli o Pessotto che ne facevano parte». (Giovanni Cobolli Gigli)
«Il presidente Moratti ha sollevato dubbi sul nostro scudetto vinto nel 2002 a Udine? E allora tiri fuori le prove, altrimenti quello che dice non serve. Il presidente dell'Inter ha avuto tante cose dalla vita e dal calcio ma dopo aver imparato a perdere, non ha ancora imparato a vincere... altrimenti il tutto serve solo a seminare polemiche e tensioni di cui non si sente proprio il bisogno. E poi i nostri scudetti io e i miei compagni ce li siamo meritati sul campo. Anche i giocatori dell'Inter sono d'accordo. Evidentemente solo Mancini la pensa in modo differente». (Ciro Ferrara)
«Si cade sempre sui soliti discorsi, prima si parla di migliorare il calcio, poi si fanno dichiarazioni che portano allo scontro verbale e generano astio tra le tifoserie. Purtroppo c'è tanta ambiguità, ma la verità è che la Juve di allora era imbattibile e quando una squadra vince sempre è normale che vengano fuori certe polemiche. Tra un po' capiterà anche all'Inter di essere la più odiata, perché è la squadra da battere, come la Juve di cinque anni fa». (Nicola Legrottaglie)
«Penso che le parole del nostro Presidente delineino una differenza sottile tra juventini e interisti. Decidere di non rispondere sul piano polemico per ricordare a tutti da quali giocatori e tecnici fosse composta quella Juventus che vinse lo scudetto ha un preciso significato: ricordare cos’è il calcio. Il calcio è una storia di uomini che si guadagnano sul campo i risultati e di tifosi che godono e soffrono. Il calcio non è guerra, né sotto forma di polemica né tantopiù reale, anche se qualcuno finge di dimenticarlo nonostante questo sia un Paese dove succedono tragedie in nome del pallone. Il calcio non è rileggere il passato a proprio piacimento, in modo da giustificare i propri fallimenti (ci tolgano pure tutti gli scudetti: l’Inter ne guadagnerebbe ben pochi perché non arrivava neanche seconda, neanche per quello assegnatogli a tavolino era riuscita a piazzarsi immediatamente dietro di noi). Il calcio non è offesa gratuita al lavoro di persone che hanno vinto un titolo mondiale, fra l’altro in compagnia di chi – come Materazzi – esprime agonismo e fede interista al massimo livello e ha conosciuto in azzurro da validissimo compagno tanti nostri bianconeri. Il calcio è passione per il gioco e nessuna parola può cancellare quella che esprime la Juventus da sempre. Il calcio è il piacere di tanti derby d’Italia, di Juventus-Inter come sfida che racchiude un enorme fascino, compreso le gare di quest’anno, per le quali abbiamo gioito e patito, come si fa nello sport. Il calcio è la Juventus, come testimoniano 110 anni di verdetti sportivi. Tutto il resto, mi viene da dire, è noia e non merita molti altri commenti. Se non che alle parole di Giovanni Cobolli Gigli io inserirei una piccola postilla: il silenzio è d’oro ed il silenzio è anche l’albo d’oro. Imparare ad accettarlo costa fatica (lo sappiamo noi, che ci hanno fatto perdere anche quando abbiamo vinto), ci provino anche gli altri per i quali oggi – da squadra leader – dovrebbe essere molto semplice». (Paolo Rossi, su Juventus Member)
«Basta. I tifosi juventini ne hanno abbastanza. Non passa giorno senza che l’esimio sig. presidente dell’Inter Massimo Moratti non provveda a gettare fango sulle vittorie ottenute dalla Juventus in passato. Anziché godersi i successi attuali della sua squadra dopo un ventennio di magre figure, il suo chiodo fisso, quasi un ‘ossessione, resta la Juventus e le sue tante vittorie. L’ultima esternazione farneticante di Moratti riguarda il famoso scudetto del 5 maggio, che a suo dire la Juve conquistò grazie alla “banda di truffatori” che la dirigeva. A questo punto qualcuno dovrebbe ricordare al sig. Moratti che in quella circostanza alla sua squadra, per conquistare lo scudetto, era sufficiente vincere contro una Lazio che nulla aveva più da chiedere al campionato. E altresì dovrebbero ricordargli che in quella partita, giocata in uno stadio olimpico in cui anche i sostenitori laziali tifavano per lo scudetto ai nerazzurri, l’Inter andò per ben due volte in vantaggio, riuscendo nella titanica impresa di perdere comunque per 4-2. Si riguardi quella partita caro sig. Presidente e osservi le “prodezze” del suo Vratislav Gresko…Capirà che non è giusto cercare responsabilità altrove o favoleggiare su “bande di truffatori” che Le avrebbero sottratto lo scudetto. Faccia un po’ di autocritica e se la prenda con i suoi giocatori, incapaci di reggere la pressione nella partita decisiva. Per onor di cronaca è giusto ricordarLe che al termine di quel campionato l’Inter si piazzò al terzo posto, scavalcata anche dalla Roma…Per i fatti di calciopoli la Juve e i suoi tifosi hanno pagato e stanno ancora pagando duramente, ben oltre le eventuali colpe della vecchia dirigenza. Due scudetti le sono stati tolti, è stata retrocessa in serie B ed ha dovuto assistere alla diaspora di tanti campioni. Adesso la Juve pretende rispetto. Sig. Moratti, abbia il buon gusto di non ergersi continuamente a simbolo dell’onestà e della purezza. Non ne ha nessun titolo. No, davvero lei Sig. Moratti non può dare lezioni di moralità a nessuno. Tanto meno può darle alla Juventus, che in 110 anni di storia gloriosa ha dato lustro al calcio italiano. Per anni Lei ha dimostrato di non saper perdere, adesso sta dimostrando di non saper neanche vincere. Pensi alla sua squadra ed eviti di denigrare continuamente e di sminuire i successi ottenuti dagli altri, grazie alla loro competenza e professionalità. Da più parti si chiede di abbassare i toni e di non gettare benzina sul fuoco delle polemiche. Cominci Lei sig. Moratti a dare il buon esempio, riconoscendo i giusti meriti a chi in passato è stato capace di batterla sul campo. Lo chiedono i tifosi juventini, stanchi delle sue continue esternazioni astiose e provocatorie e stanchi anche del silenzio perenne della dirigenza bianconera che anziché tutelare il nome della Juventus dai continui attacchi, si distingue per immobilismo e inerzia in nome di uno stucchevole fair play. A nostro avviso “fair play” non vuol dire tapparsi le orecchie e gli occhi e fare finta di niente. Fair play vuol dire agire con misura e buon gusto, ma anche con fermezza, quando la situazione, come in questo caso, lo impone».
Nessun commento:
Posta un commento