Quanto ci costano le vittorie della seconda squadra di Milano?
A chi non avesse mai sentito parlare del fantomatico "Cip6" la domanda parrà sorprendente, ma non quanto la risposta che anticipiamo subito: l'Inter è finita in bolletta e ci costa almeno 350 milioni l'anno.Per spiegarlo citiamo un passo dal recente "La Deriva" dei giornalisti Rizzo e Stella:
Insomma, alla conta finale l'abbandono del nucleare è costato circa 20 miliardi di euro: 340 euro per ogni italiano. Dei quali ben 230 soltanto per la centrale di Montalto di Castro. Con una beffa. Preso atto delle «pulsioni ambientaliste» emerse al referendum, il settimo governo di Giulio Andreotti pensò bene nel 1992 di incentivare chi avesse prodotto energie «da fonti rinnovabili». Solo che al dunque (provvedimento del «Comitato interministeriale prezzi numero 6», da cui la sigla Cip6) vennero aggiunte due magiche paroline: «e assimilate».
E finì all'italiana, con l'assimilazione anche delle peggiori schifezze. In alcune raffinerie, racconta l'ex presidente della Commissione attività produttive Bruno Tabacci, «si diede vita a centrali che funzionano a petrolio e hanno gli incentivi del Cip6, esattamente come l'energia eolica o fotovoltaica. Impianti dell'Api dei Brachetti Peretti, della Erg dei Garrone, della Saras dei Moratti...
Per avere un'idea, i contributi erogati col Cip6, finiti in grandissima parte ai petrolieri con il giochino delle fonti assimilate, sono stati pari a 2 miliardi di euro l'anno per 15 anni. Totale: 30 miliardi. Una cuccagna». Secondo Tabacci, malizioso, «quello fu li risultato di un tacito accordo, nel quale anche gli ambientalisti ebbero certamente un ruolo. La fortissima opposizione che i verdi facevano a quella centrale si saldava oggettivamente con gli interessi dei petrolieri. L'intesa a valle del referendum era che non si sarebbero fatte più nuove centrali, salvo impianti alimentati con energie rinnovabili. Quando poi comparve la parolina "assimilate',la sostanza di quell'accordo non scritto diventò evidente: per evitare di fare nuove centrali si era deciso di sfruttare la capacità organizzativa dei petrolieri». Che cominciarono a fare soldi a palate. E li fanno ancora oggi.
(La Deriva, pag.88 - Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo. Rizzoli Editore 2008)
Nel 2003 il provvedimento che regolamentava il contributo Cip6, inserendo un addizionale del 6% sulle bollette energetiche di tutti gli italiani, venne definito da un commissione parlamentare «una tassa occulta in favore dei petrolieri». Ma i Moratti però riuscirono a tuffarsi nella torta del Cip6 soltanto nel 2001, dopo aver costruito ex novo una centrale elettrica che bruciasse gli scarti di lavorazione della loro raffineria di Sarroch e, per questo, vennero compensati con l'unica concessione ventennale per impianti ad energia “assimilata” alla rinnovabile, come spiega questo articolo del Maggio 2006:
Da qualche giorno, le prime tre o quattro pagine dei quotidiani sono occupate dallo “scandalo del calcio truccato”. Scandalo che certo è grave, ma di “ambienti” danneggia solo quello del pallone e non nuoce, direttamente, all’economia nazionale. In materia di energia c’è ben di peggio, anche se nessun quotidiano, cartaceo o elettronico, sembra preoccuparsene troppo. Per esempio, in piena emergenza petrolifera il Paese del Sole è agli ultimi posti nell’utilizzo dell’energia solare, battuto perfino da Norvegia e Finlandia. Le cause principali sono due: l’ostruzionismo dell’Enel, che tratterò se mai un’altra volta, e il “regime Cip6” o meglio il “raggiro Cip6” perchè di una mega-truffa, in sostanza, si tratta. <...> Ma c’è almeno un caso che in proporzione è ancor più grave. E’ quello della Sarlux, del gruppo Saras - Moratti; che produce elettricità ricavandola dagli scarti petroliferi più inquinanti ed è palesemente stata creata per lucrare sul “regime Cip6”.
Nel 2004, ad esempio, essa ha avuto ricavi da vendite per 490.460.049 euro (pagina 338 del bilancio SARAS 2005), dei quali 361.670.000, cioè ben il 73,74% di provenienza "assimilate Cip6". Quell’anno ha infatti incassato il 10,3% dei 3.511.400.000 euro pagati dal GRTN per "assimilate" (dati Autorità per l'Energia). E di peggio, rispetto al caso Edison, c'è anche che Sarlux è nata solo nel 2000 e ha avuto una concessione ventennale (le altre sono quindicennali, stipulate intorno al 1992 e quindi con scadenze intorno al 2007).Per cui gli utenti elettrici italiani continueranno a pagare i sovrapprezzi fino al 2020 anche perchè Moratti possa acquistare giocatori per la sua Inter, senza doversi preoccupare troppo dei prezzi.
(da petrolio.blogosfere.it - Lenoardo Libero, collaboratore della Stampa)
L'impatto ambientale della combustione di 150 tonnellate l'ora di scarti petroliferi (che prima i Moratti dovevano smaltire a caro prezzo) si somma, inoltre, al danno derivante dalla sottrazione di fondi destinati a fonti realmente rinnovabili, strategiche in un paese storicamente a corto di risorse energetiche.
Ma i Moratti, che i truffatori li sanno riconoscere, comunque non rinunciano al loro ruolo di esempio per la comunità e così Milly, moglie di Massimo e non per nulla leader dei Verdi milanesi, definisce "una specie di abbecedario che speriamo sia seguito da altri" il proprio fienile di Cortina ristrutturato con materiali ecologici.
E da abc dell'onesto imprenditore è, infatti, il ricorso a fondi pubblici attraverso i Contratti di Programmi Saras I, Saras II, Saras III, che dal 1992 al 2004 ha consentito di ricevere dallo Stato 197 milioni di Euro per la realizzazione di progetti strategici in aree depresse. Ma come raccontato nell'inchiesta di Bonini e Galbiati pubblicata su Repubblica con il titolo "I Regali dello Stato alla raffineria dei Moratti" i fondi sono stati impiegati invece nella costruzione di nuovi impianti: ovvero la centrale elettrica necessaria allo sfruttamento del regime Cip6.
dallo Ju29ro
A chi non avesse mai sentito parlare del fantomatico "Cip6" la domanda parrà sorprendente, ma non quanto la risposta che anticipiamo subito: l'Inter è finita in bolletta e ci costa almeno 350 milioni l'anno.Per spiegarlo citiamo un passo dal recente "La Deriva" dei giornalisti Rizzo e Stella:
Insomma, alla conta finale l'abbandono del nucleare è costato circa 20 miliardi di euro: 340 euro per ogni italiano. Dei quali ben 230 soltanto per la centrale di Montalto di Castro. Con una beffa. Preso atto delle «pulsioni ambientaliste» emerse al referendum, il settimo governo di Giulio Andreotti pensò bene nel 1992 di incentivare chi avesse prodotto energie «da fonti rinnovabili». Solo che al dunque (provvedimento del «Comitato interministeriale prezzi numero 6», da cui la sigla Cip6) vennero aggiunte due magiche paroline: «e assimilate».
E finì all'italiana, con l'assimilazione anche delle peggiori schifezze. In alcune raffinerie, racconta l'ex presidente della Commissione attività produttive Bruno Tabacci, «si diede vita a centrali che funzionano a petrolio e hanno gli incentivi del Cip6, esattamente come l'energia eolica o fotovoltaica. Impianti dell'Api dei Brachetti Peretti, della Erg dei Garrone, della Saras dei Moratti...
Per avere un'idea, i contributi erogati col Cip6, finiti in grandissima parte ai petrolieri con il giochino delle fonti assimilate, sono stati pari a 2 miliardi di euro l'anno per 15 anni. Totale: 30 miliardi. Una cuccagna». Secondo Tabacci, malizioso, «quello fu li risultato di un tacito accordo, nel quale anche gli ambientalisti ebbero certamente un ruolo. La fortissima opposizione che i verdi facevano a quella centrale si saldava oggettivamente con gli interessi dei petrolieri. L'intesa a valle del referendum era che non si sarebbero fatte più nuove centrali, salvo impianti alimentati con energie rinnovabili. Quando poi comparve la parolina "assimilate',la sostanza di quell'accordo non scritto diventò evidente: per evitare di fare nuove centrali si era deciso di sfruttare la capacità organizzativa dei petrolieri». Che cominciarono a fare soldi a palate. E li fanno ancora oggi.
(La Deriva, pag.88 - Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo. Rizzoli Editore 2008)
Nel 2003 il provvedimento che regolamentava il contributo Cip6, inserendo un addizionale del 6% sulle bollette energetiche di tutti gli italiani, venne definito da un commissione parlamentare «una tassa occulta in favore dei petrolieri». Ma i Moratti però riuscirono a tuffarsi nella torta del Cip6 soltanto nel 2001, dopo aver costruito ex novo una centrale elettrica che bruciasse gli scarti di lavorazione della loro raffineria di Sarroch e, per questo, vennero compensati con l'unica concessione ventennale per impianti ad energia “assimilata” alla rinnovabile, come spiega questo articolo del Maggio 2006:
Da qualche giorno, le prime tre o quattro pagine dei quotidiani sono occupate dallo “scandalo del calcio truccato”. Scandalo che certo è grave, ma di “ambienti” danneggia solo quello del pallone e non nuoce, direttamente, all’economia nazionale. In materia di energia c’è ben di peggio, anche se nessun quotidiano, cartaceo o elettronico, sembra preoccuparsene troppo. Per esempio, in piena emergenza petrolifera il Paese del Sole è agli ultimi posti nell’utilizzo dell’energia solare, battuto perfino da Norvegia e Finlandia. Le cause principali sono due: l’ostruzionismo dell’Enel, che tratterò se mai un’altra volta, e il “regime Cip6” o meglio il “raggiro Cip6” perchè di una mega-truffa, in sostanza, si tratta. <...> Ma c’è almeno un caso che in proporzione è ancor più grave. E’ quello della Sarlux, del gruppo Saras - Moratti; che produce elettricità ricavandola dagli scarti petroliferi più inquinanti ed è palesemente stata creata per lucrare sul “regime Cip6”.
Nel 2004, ad esempio, essa ha avuto ricavi da vendite per 490.460.049 euro (pagina 338 del bilancio SARAS 2005), dei quali 361.670.000, cioè ben il 73,74% di provenienza "assimilate Cip6". Quell’anno ha infatti incassato il 10,3% dei 3.511.400.000 euro pagati dal GRTN per "assimilate" (dati Autorità per l'Energia). E di peggio, rispetto al caso Edison, c'è anche che Sarlux è nata solo nel 2000 e ha avuto una concessione ventennale (le altre sono quindicennali, stipulate intorno al 1992 e quindi con scadenze intorno al 2007).Per cui gli utenti elettrici italiani continueranno a pagare i sovrapprezzi fino al 2020 anche perchè Moratti possa acquistare giocatori per la sua Inter, senza doversi preoccupare troppo dei prezzi.
(da petrolio.blogosfere.it - Lenoardo Libero, collaboratore della Stampa)
L'impatto ambientale della combustione di 150 tonnellate l'ora di scarti petroliferi (che prima i Moratti dovevano smaltire a caro prezzo) si somma, inoltre, al danno derivante dalla sottrazione di fondi destinati a fonti realmente rinnovabili, strategiche in un paese storicamente a corto di risorse energetiche.
Ma i Moratti, che i truffatori li sanno riconoscere, comunque non rinunciano al loro ruolo di esempio per la comunità e così Milly, moglie di Massimo e non per nulla leader dei Verdi milanesi, definisce "una specie di abbecedario che speriamo sia seguito da altri" il proprio fienile di Cortina ristrutturato con materiali ecologici.
E da abc dell'onesto imprenditore è, infatti, il ricorso a fondi pubblici attraverso i Contratti di Programmi Saras I, Saras II, Saras III, che dal 1992 al 2004 ha consentito di ricevere dallo Stato 197 milioni di Euro per la realizzazione di progetti strategici in aree depresse. Ma come raccontato nell'inchiesta di Bonini e Galbiati pubblicata su Repubblica con il titolo "I Regali dello Stato alla raffineria dei Moratti" i fondi sono stati impiegati invece nella costruzione di nuovi impianti: ovvero la centrale elettrica necessaria allo sfruttamento del regime Cip6.
dallo Ju29ro
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