Basterebbe questo per raccontare la corsa di Lana del Rio nel premio Carlo Marangoni.
Un solo cavallo in pista (o meglio una sola cavalla) ha proseguito da dove aveva lasciato, in una serata di inizio luglio al Premio Nazionale, ribadendo ancora una volta chi è la regina incontrastata della generazione dei tre anni.
Con questo risultato la figlia di Varenne ha messo nel suo palmares quattro Gruppi I consecutivi, vincendo sempre e comunque senza mai dare l'impressione di avere difficoltà, anzi, anche oggi è arrivata dopo il palo senza nemmeno essere troppo provata, nonostante i due mesi di assenza e nonostanza una prestazione che rimarrà per molto tempo nella storia.
Lo stacco veemente ha permesso all'allieva di Santo Mollo di prendere in poche battute il comando, seguita dal veloce Lando Correvo e Light Kronos con all'esterno Lily Kronos, e dopo un primo quarto in un normale 30.7 la corsa era già bella che segnata.
Ma Lana non ha voluto lasciare nulla al caso e ha offerto a tutti gli appassionati un doppio giro dell'anello torinese di grandissimo spessore tecnico e agonistico con ultimi 800 metri in 58.0 spaccato.
Insomma un'ulteriore apostrofo ad una vittoria annunciata.
Nel dopo corsa Santo Mollo, creatore di questa campionessa, visibilmente contento ed emozionato ha confermato il piacere di avere sotto i suoi colori questa figlia di Varenne: "E' una cavalla speciale, ma nello stesso tempo semplice - ha dichiarato il driver - e mi auguro che possa seguire le orme del papà".
Sui dettagli tecnici della corsa Santo Mollo ha dichiarato: "Anche oggi ha corso con i ferri, va veloce così e attualmente non c'è nessuno che possa impensierirci, sarebbe comunque pericoloso e sostanzialmente rischioso sferrarla adesso", continuando il driver calabrese ha aggiunto "l'avevo annunciata al 95% e ha sgretolato il record della corsa, la cavalla lavora sempre bene e in pista da sempre il meglio di se, se fosse stata al 100% avremmo fatto ancora meglio".
E ora destinazione Roma, prima con le batterie e successivamente per la finale, per chiudere un cerchio che avrebbe del leggendario.
"Si, ora Roma - ha proseguito Santo - sarebbe stato importante non fare la batteria e andare direttamente in finale, lo avrei preferito, ma il regolamento parla chiaro e dunque ci presenteremo con la stessa fiducia per poter accedere in finale".
E dunque che Roma sia.
In questo spazio non abbiamo mai nascosto il tifo e la passione per Lana del Rio, rispettando sempre e comunque qualunque avversario, già in tempi non sospetti.
Forse abbiamo avuto la fortuna di intravedere in questa campionessa prerogative che solo i veri numeri uno hanno in dote; classe, parziali, duttilità, ma soprattutto la grinta e la voglia di voler sempre e comunque dare il 101% per vincere, in qualunque schema, in qualunque ippodromo, in qualunque situazione metereologica.
La corsa che ha segnato tutto questo è con molta probabilità datata 11 aprile 2008, il Premio Pienza svolto a Milano sui 2100 metri.
Una vera e propria macchina da guerra che, tra seconda e terza fila su un terreno reso pesante e infido dalla pioggia, ha saputo imporsi da vera campionessa, dando l'idea di avere limiti ancora non definiti.
Da lì è cominciata la leggenda di Lana e la speranza di tutti noi appassionati di vederla protagonista nella corsa della vita: il Derby.
di Cirdan
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