..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

lunedì 27 ottobre 2008

PSICANALISI DI MASSA


Che succederà nella politica italiana la prossima settimana? Si riaprirà il dialogo tra la maggioranza e l’opposizione? Si perpetuerà il muro contro muro? Si scioglierà il nodo del Presidente della commissione di Vigilanza con conseguente scioglimento del sottonodo del Consiglio di Amministrazione della Rai? Se si rivolgono questi interrogativi agli esponenti del Pdl la risposta che si ottiene è una sola: “Bisogna aspettare il ritorno di Silvio Berlusconi dalla Cina”. Se invece lo stesso interrogativo viene presentato agli esponenti del Partito Democratico la risposta altrettanto univoca è che bisogna attendere la manifestazione di domenica al Circo Massimo. Nessuno, in sostanza, né nella maggioranza, né nell’opposizione, è in grado di fare una qualche previsione. Non sul futuro più lontano ma addirittura sull’immediato. Quelli del centro destra rinviano scelte, decisioni, atti e propositi vari alla parola del leader. Come se non ci fosse la possibilità di dialogare telefonicamente dall’Italia con la Cina. Quelli del centro sinistra spostano anche loro scelte, decisioni, atti e propositi vari all’esito di una manifestazione che però, per convinzione generale, non ha alcuno obbiettivo tranne quello di dare un minimo di conforto psicologico ad una base di militanti ancora sotto effetto del trauma della sconfitta elettorale. Ora si potrà anche denunciare l’eccesso di dipendenza del Pdl dal proprio capo.
E trarre tutte le conseguenze che si vuole sull’alto tasso di cesarismo presente nel centro destra ed in aumento nel paese. Ma non si può non sottolineare come, da un punto di vista strettamente politico, a stare in mezzo ai guai sia più l’opposizione che non la maggioranza. Quest’ultima può anche permettersi di aspettare uno o due giorni, il ritorno del leader dalla Cina e le sue indicazioni sulle soluzioni da perseguire rispetto alle questioni sul tappeto. Avrà pure qualche problema di democrazia interna. Ma poter contare su un leader talmente solido da potersi permettere di occuparsi prevalentemente dei problemi esterni senza sfiancarsi in complicate mediazioni interne, le assicura un vantaggio inestimabile. Viceversa, il fatto che il centro sinistra debba attendere la celebrazione di una gigantesca seduta psicoanalitica di gruppo per poter tornare ad affrontare i temi politici del momento, è il segno inequivocabile di una difficoltà sempre più difficile da superare. Se l’adunata psicoanalitica del Circo Massimo servisse almeno a rincuorare le masse dei militanti ed a farle uscire dalla depressione post-elettorale, i dirigenti del Pd avrebbero una buona ragione per sperare di uscire in tempi rapidi dalla crisi.
Ma è possibile rincuorare i propri elettori con un progetto politico indefinito perché sempre oscillante tra la rincorsa del giustizialismo dipietrista, la nostalgia dell’ulivismo catto-comunista o la tendenza a ritrovare la propria “ diversità” berlingueriana e ricreare un partito post-comunista moderno? Ed è ipotizzabile che la seduta di gruppo funzioni se a parlare al Circo Massimo sarà un leader che, a differenza di quello del fronte opposto, è talmente condizionato dai contrasti tra le diverse correnti del partito da non essere in grado di sciogliere il nodo dei rapporti fatalmente conflittuali con Antonio Di Pietro? In queste condizioni è chiaro che la strada del Pd per uscire dal proprio male oscuro è ancora lunga e tutta in salita. Al punto da sollevare un interrogativo. Non sarebbe stato meglio impiegare i tanti soldi necessari a portare a Roma un milione di persone in Prozac?
di Arturo Diaconale

Nessun commento: