..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 18 novembre 2008

CALCI E PIETRE




"Denuncio la persistenza in Italia di un grande corruttore politico che compra il potere, si chiama Silvio Berlusconi. La corruzione giudiziaria la verificheranno i magistrati, ma quella politica io la denuncio qui, oggi: prima ha tentato di corrompere me offrendomi un posto da ministro nel suo governo, poi Leoluca Orlando, senza riuscirci. E infine ha probabilmente corrotto Villari, perche' se la maggioranza l'ha votato e lui non intende dimettersi vuol dire che prima si erano messi d'accordo". Lo ha sostenuto il presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, durante una conferenza stampa alla Camera nella quale ha anche invitato il presidente del Consiglio a denunciarlo per le sue affermazioni. "Lo ripeto e' un corruttore politico che compra potere ed e' bene che i cittadini si rendano conto di chi li governa", ha ribadito.
"In base alle dichiarazioni rilasciate dal presidente dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, vorrei puntualizzare alcune cose: il senatore del Pd Riccardo Villari non lo conosco e non l'ho mai incontrato. Non ho mai chiesto un appuntamento con l'onorevole Orlando. Mi era stato proposto da un deputato di Forza Italia, ma io ho rifiutato. Infine: è vero che nel 1994 ho chiesto di incontare Di Pietro perchè volevo fargli fare il ministro. Ma allora non sapevo che da magistrato aveva messo in prigione tante persone innocenti. Quando l'ho saputo ho subito cambiato idea e concludo dicendo: O Di Pietro va a denunciarmi alla magistratura, o sono io che denuncerò lui per calunnia". Lo ha sostenuto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente verso le 22:30 agli studi di Ballarò, la trasmissione condotta da Giovanni Floris in onda sulla terza rete.
Nel corso della telefonata è intervenuto anche il ministro ombra dell'Economia per il PD Pierluigi Bersani, che nel tentativo di porgere la mano del dialogo al premier si è sentito rispondere: "Veltroni, Franceschini, il vostro alleato Di Pietro mi insultano, da parte nostra auspichiamo da tempo un'opposizione capace di dialogare ma a queste condizioni riteniamo che al momento sia impossibile farlo".
Se l'Onorevole Di Pietro, in un momento di difficoltà economica per l'intero Paese e con tutti i settori nazionali impegnati tra manifestazioni, proteste e proposte per ridare slancio alle imprese, pensa a fare della propaganda elettorale, cercando di portare l'elettorato del partito democratico deluso dalla vittoria del centro-destra dalla sua parte, non fa altro che mancare ai compiti istituzionali per i quali dovrebbe essere impegnato per il bene del Paese.
Se l'opposizione, nelle parole di Veltroni e di Franceschini, invece di unire le forze per dare stabilità e qualità nelle scelte dell'esecutivo, con proposte ed emendamenti che sblocchino la situazione di stallo in cui il Paese versa, non fa altro che allontanarsi dal dialogo con la maggioranza, non svolgendo il compito istituzionale al quale è preposta.
Viviamo in un'epoca dove l'insulto e lo scontro verbale stanno avendo la meglio sulle vere priorità di cui avrebbero bisogno i cittadini, sempre con meno garanzie per il futuro ed in situazioni che potrebbero a breve termine divenire insostenibili.
Delle litigate in diretta televisiva tra i Varriale e gli Zenga di turno non ci importa più di tanto, al pari dello scontro Capezzone-Travaglio, figuriamoci delle crisi isteriche che quotidianamente si raccontano nei reality, ma dalle istituzioni politiche, elette dal popolo, vorremmo quantomeno la presa di coscienza che questo Paese, mai come adesso, ha bisogno di una politica seria e costruttiva, che possa dialogare per offrire un futuro dignitoso a tutti noi.
Quando ero piccolino mio nonno mi raccontava tante storie, e tra queste c'era un racconto che con il tempo è diventato filosofia: "Se prendi a calci tutte le pietre che incontri durante la giornata, alla sera non potranno non farti male i piedi".
Da questo piccolo spazio mi viene spontaneo lanciare un monito al nostro premier, invitandolo a non prendere a calci quelle pietre, ma, per il bene di questo Paese, lasciarle a terra cercando di trovare il dialogo con chi realmente vuole il bene degli elettori.
Con le persone serie.
di Cirdan

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