..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 19 novembre 2008

MOSTRI DI SABBIA

Incontrollabili, non gestibili e come nel più classico esempio di materia granulare, composti da più particelle, che dalla seconda settimana di ottobre hanno intaccato ogni forma di economia.
La televisione non né parla più, i telegiornali dopo le batoste del Mibtel e dello S&P/Mib hanno "oscurato" ogni forma di informazione, eppure la crisi continua, imperterrita, e i mostri che l'hanno generata continuano nella loro opera di erosione, trasformandosi ad ogni soffio di vento in un nuovo elemento.
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, durante l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica di Milano ha tenuto un intervento sull'"Economia sociale di mercato", e sulla crisi economico-finanziaria ha usato la metafora dei mostri da videogame, per spiegarne l'andamento e le prospettive future.
"Il primo mostro è stato quello dei subprime. Il secondo il collasso del credito, poi le bancarotte bancarie e quindi il collasso delle Borse. Ma dietro l'angolo ce ne sono altri: le carte di debito, le possibili bancarotte societarie e poi il mostro dei mostri: i derivati in cui si presenta un rischio dagli effetti incalcolabili, non gestibili se non con il dominio dell'economia e l'antica sapienza dell'anno sabbatico"
Tutto tremendamente vero, in questo spazio abbiamo già affrontato il mostro delle carte di credito, ma quale sarà lo stadio finale, l'ultimo quadro, per sconfiggere definitivamente la recessione in cui siamo caduti?
Come ha giustamente sottolineato il ministro questa non è solo una crisi finaziaria, ma quella di un modello sociale che negli ultimi dieci-quindici anni ha visto il dominio dell'ideologia della domanda di beni di consumo, magari superflui, meglio se comprati a debito.
Una sfrenata ricerca, nel breve periodo, di facili guadagni, di grandi soddisfazioni, il cosiddetto consumismo che ha portato l'indebitamento a livelli insostenibili.
L'intervento di Tremonti si è concentrato sulle origini storiche, economiche e culturali della crisi, sottolineando ancora una volta la responsabilità dei tempi e nei modi in cui è statta avviata la globalizzazione, dall'accordo del Wto (World trade organization) del 1994 a Marrakesh (Marocco) insieme alla caduta del muro di Berlino nel 1989: "Finito il comunismo gli Stati Uniti si sono spostati verso la Cina. Hanno acquistato a debito a basso costo. Soprattutto troppo a debito. Il capitalismo si è staccato dall'etica protestante e si è diffusa l'arte di vivere a debito. Nonostante diversi osservatori diano la colpa alla deregulation diffusa, questo è vero in parte negli Stati Uniti, ma non in assoluto. L'Europa è storicamente molto più regolamentata, eppure la crisi è arrivata anche da noi. Il problema è semmai che la struttura geopolitica che si è venuta a creare ha preteso di sviluppare attività in aree del mondo dove non c'erano regole se non quella di non avere regole".
E adesso che l'economia va male, sia quella finanziaria che quella reale, ci apprestiamo a vivere la vera prova del nove: il 2009.
Gli esperti ritengono che dovrebbe essere un anno in grado di rimettere le cose apposto, sia nel sistema che nella fiducia, quello che non è chiaro è che non si può sapere in che modo.
Quello che altresì appare chiarissimo è cio che sostiene l’organizzazione dei paesi più industrializzati del mondo sul prodotto interno lordo, i dati attuali non sono certamente incoraggianti: la Federal Reserve ha tagliato le stime di crescita del Pil statunitense portandole all'interno di una forchetta compresa tra lo 0 e lo 0,3%. A giugno la banca centrale americana aveva stimato un range tra l'1 e l'1,6%. Quanto al 2009, l'economia a stelle e strisce potrebbe registrare un calo fino allo 0,2%. I dati emergono dai verbali dell'ultima riunione del Fomc; la Spagna ha archiviato il terzo trimestre del 2008 con una flessione del Pil dello 0,2% rispetto al secondo quarto del 2008. Il trimestre precedente aveva registrato una crescita del prodotto interno lordo dello 0,1% mentre su base annua il Pil della Spagna (quarta economia Ue) ha registrato un incremento dello 0,9 per cento. Si tratta di valori che si attestano sui minimi degli ultimi 15 anni e che derivano in buona parte da una stagnazione dei consumi iberici; dietro l'andamento negativo dell'economia nipponica, precisa il Governo, c'e' soprattutto il pronunciato arretramento degli investimenti (-6,7% annuo e -1,7% congiunturale) delle societa', a loro volta colpite dal crollo della domanda statunitense e dalla difficolta' che hanno incontrato nel reperire finanziamenti presso le banche. Sono gli effetti, diretti e indiretti, della crisi finanziaria che ha travolto la congiuntura globale. Una performance, quella accusata nel terzo trimestre, che ha colpito negativamente di sorpresa gli analisti che si aspettavano una crescita del Pil giapponese dello 0,3% in media dopo il -0,9% accusato nei precedenti tre mesi; la Banca di Francia prevede nella sua nota congiunturale mensile una contrazione dell'economia dello 0,5% nel quarto trimestre; "Il prossimo anno sarà molto difficile", ha detto oggi il presidente russo Dmitri Medvedev e l'argomento è ovviamente la crisi finanziaria da cui è stata contagiata l'economia reale. La Russia con tutta probabilità vedrà una brusca frenata del Pil nel 2009. Nuove proiezioni del Ministero dello Sviluppo economico vedono crollare le previsioni di crescita. Il Pil nel 2009 potrebbe rallentare fino al 2% o ancora meno, tenendo conto della recessione mondiale e dei prezzi più bassi per l'energia.
E l'Italia? La Confindustria ha ancora una volta ridotto le stime di crescita dell'Italia, rivedendo al ribasso le sue previsioni sul Pil, a seguito dell'aggravarsi dlele condizioni economiche del nostro Paese e dell'economia mondiale. Il Centro Studi Confindustria (CSC) ha infatti tagliato le stime sul Pil 2008 a -0,4% da -0,2% e quelle relative al Pil 2009 a -1% dal -0,5% precedente. A pesare sulle stime ha concorso la caduta dell'attività produttiva registrata negli ultimi due trimestre, superiore alle attese più pessimistiche.
E ad aggravare questo aspetto sarà l'elevatissimo debito pubblico nazionale, che non consentirà la distribuzione di denari ai cittadini in misura tale da rappre­sentare davvero un aiuto ai consumi e quindi alla con­giun­tura. All'orizzonte nulla di buono, né al di là delle Alpi, né tanto meno di qua, dove la crisi potrebbe essere ancora più grave.
Tremonti ha definito i derivati come il mostro dei mostri nascosto ancora dietro l'angolo, capace di avere effetti devastanti e non gestibili, un vero e proprio mostro di sabbia che ha già terremotato l'intero sistema del credito. Secondo il ministro solo con il dominio dell'economia e la sapienza di un anno sabbatico si può far fronte a questo rischio.
Ma basterà un anno per creare un air-bag capace di attutire il colpo? Basterà un'economia oculata per non far scoppiare altre bolle speculative che sembrano gia in atto?
I dati in nostro possesso ci dicono che questa crisi sarà pesante, ma soprattutto molto lunga, il che significa che si viaggerà con crescite vicine allo zero per parecchio tempo.
Nel frattempo la speranza è legata ad uno tzunami politico capace di travolgere per sempre i mostri di sabbia.

Nessun commento: