..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 29 novembre 2008

POGROM A MUMBAI

Uno solo, nella dozzina di obbiettivi dei terroristi islamici a Mumbai, era un centro religioso. Era, naturalmente, ebraico. E’ terribile doverlo constatare, ma i mohjaeddin non hanno scatenato la loro violenza omicida contro nessun tempio indù, o buddista, contro nessuna chiesa, non hanno preso nessun ostaggio a causa della sua fede. Ma hanno crivellato di colpi un rabbino e sua moglie, hanno massacrato altri sei ebrei, hanno distrutto una sinagoga. Questa, non la caccia ai turisti occidentali, non la distruzione degli alberghi di lusso è la notizia simbolo più atroce, nel mare di atrocità dei tre giorni di sangue di Mumbai. I mohjaeddin hanno ucciso otto ebrei, otto ostaggi, legati, gli unici ostaggi che non siano stati liberati. Perché ebrei. Per nessun altra ragione. Insomma: a Mumbai c’è stato un vero e proprio pogrom. Questa è la tragica realtà, questo è il termine giusto: pogrom. Né vale neanche la parvenza, che può far velo, di un jihad contro Israele. Il movimento dedicato al rabbino Lubawitz, della Nariman House di Mumbai è un centro chassidico, appartiene cioè a una componente dell’ebraismo notoriamente antisionista, i cui fedeli spesso ritengono anzi illegittima –per i loro canoni di fede- la definizione di Israele come Stato ebraico. Ma i chassidim sono ebrei. Il giovane rabbino Gavriel Holtzberg era ebreo, sua moglie era ebrea, gli altri sei ostaggi erano ebrei. Per l’Islam praticato dai mohjaeddin di Mumbai tanto basta per trucidarli. Nessuna sacralità per la sinagoga, nessun rispetto per l’intensa attività sociale –soprattutto contro la droga- che si svolgeva nella Nariman House. Così, alla fine, sui 22 stranieri, non indiani, vittime della follia omicida dei mohjaeddin, su 200 morti complessivi, ben otto, il gruppo più numeroso, sono ebrei. Sono solo numeri questi, ma che dicono molto, troppo. Dicono innanzitutto che quel che ha tanto impressionato i media occidentali –“la caccia allo straniero”- in realtà, se c’è stata, è stata parziale.
Dicono che l’obbiettivo principale dei commandos era massacrare indiani, il più possibile Dicono però che i più odiati tra gli odiati da questi musulmani terroristi, sono gli ebrei. Non è la prima volta che questo accade. Lo vedemmo già in Iraq, quando assistemmo racapricciati al videotape dello sgozzamento del primo ostaggio di al Qaida in Iraq: Nick Berg era ebreo e questo fu rimarcato come principale atto d’accusa dai suoi macellai. Pure, i media mondiali, incredibilmente, stentano a notare, e quindi a esecrare, questa caratteristica orrenda dell’Islam terrorista: è un Islam antisemita. E’ un Islam che odia e massacra gli ebrei. Si dirà, con piena ragione, che questo non è tutto l’Islam. E’ assolutamente vero: i mohjaeddin di Mumbai appartengono a uno scisma musulmano. Rappresentano una minoranza estrema nel grande mondo dell’Islam. Ma è anche assolutamente vero che non abbiamo ancora sentito dal grande mondo dell’Islam di pace, una parola, una sola, di condanna del pogrom di Mumbai. E con ogni probabilità non la sentiremo.
da Il Tempo del 30 novembre

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