Siamo usciti dal mondiale africano perdendo contro la Slovacchia una partita che bisognava vincere per forza. Si chiude un cerchio apertosi quattro anni fa e si chiude nel modo peggiore possibile.L’Italia si classifica ultima in un girone che comprendeva la Nuova Zelanda, e purtroppo non era il mondiale di rugby.
Per carità, potevamo passare il turno, con un po’ di fortuna. Potevamo andare agli ottavi e poi magari ai quarti. Nel calcio ci può stare qualsiasi cosa, anche che l’Inter vinca una Champions League con annesso divieto assoluto di concedere rigori agli avversari. Il problema è che lo stato del calcio italiano non sarebbe cambiato se si stava dentro una settimana in più. Non sarebbe cambiato neanche se gli stanchi ex campioni Buffon Camoranesi e Pirlo non si fossero infortunati. Magari sarebbe cambiato l’immediato risultato e ci saremmo trascinati ancora per un po,’ tra un giornale francese e uno spagnolo, a balbettare calcio tra le critiche di tutti.
Non è successo, invece e allora è facile, diventa quasi obbligatorio dire quello che noi abbiamo detto da un po’: si è sacrificata la Juve, ma il prezzo un po’ alla volta lo sta pagando tutto il calcio nostrano (tranne qualcuno).
Nel 2006, pur travolti dallo scandalo del Calcio, arrivavamo con le squadre di punta che davano alla nazionale praticamente tutti i giocatori, con un paio di titolari che provenivano dalle outsider Fiorentina e Palermo (ed in procinto di raggiungere un top team).
Dopo quattro anni e molte carte bollate, di squadra di punta in Italia ne è rimasta una, le altre sono state massacrate e in sostanza non si sono mai riprese. Una squadra che ha vinto e stabilito una dittatura calcistica grazie a uno scandalo che ha azzerato competitività e incertezza in serie A, una squadra composta da giocatori di tutte le nazionalità possibili tranne quella giusta. Non c’è un solo italiano in questa squadra, salvo un bambino viziato e un po’ stupido che non è stato convocato, e un ragazzino le cui “incredibili” qualità Mourinho è riuscito ad inculcare alla stampa, che però è sparito tra infortuni e sopravvalutazione. La nazionale è l’espressione, con tutto il rispetto, delle terze fasce: Udinese, Palermo, Napoli, Genoa si sono giocate la difesa della coppa assieme a qualche vecchia gloria della Juventus e del Milan che furono.
Questa è l’eredità di Farsopoli, e grandi complimenti vanno a chi l’ha alimentata e adesso farà grandi titoli e analisi sui perché fisici, tecnici e psicologici di una disfatta. Il loro colpevole sarà l’uomo che avevano dovuto portare in trionfo controvoglia, colpevole di essere Juventino e di lavorare con il materiale che offre la serie A.
Intanto passo in tabaccheria e mi tocca sentire una signora ( che crede che “fuorigioco” sia quando ti mostrano il cartellino rosso e devi uscire) dire che Lippi non ha portato Balotelli e che è mancata la diagonale sul terzo gol. Faccio appena a tempo a riprendermi dallo shock che penso che alla fine è proprio questo il sentimento popolare. Composto da una maggioranza ignorante e un po’ pecorona che a volte si muove in massa perché vuole giustizia, perché c’è il mondiale in TV, per tanti altri perché, selezionati e preparati in tavola dai media.
Peccato che nessuno all’interno della società Juventus abbia mai il coraggio di ribadire questi concetti in pubblico, e di spiegare alla gente cos’è significato quell’agguato conosciuto come Calciopoli. Peccato perché in questi giorni tutti hanno le orecchie aperte.
Dagli esperti tecnici diventati tassisti solo per sfortuna agli ultras quadriennali (adesso arrivederci al Brasile) parlano tutti, e tutti ascoltano. L’insieme di queste cose si chiama proprio sentimento popolare, e in questi giorni vuole spiegazioni, ribadisce che era ovvio, cerca un po’ di sana indignazione da aggiungere allo stress quotidiano.
La Juve è occupata a “essere vigile”, pare, ma non ha mai il tempo di mettere in risalto con forza le incongruenze del processo, gli sberleffi politici che il calcio italiano incassa da anni a causa di una farsa senza precedenti, la deriva di un movimento intero in mano a degli abusivi che hanno fatto il golpe tra gli applausi del popolino.
Mi sembra vigile come la nostra difesa sul terzo gol.
Aula 216
Nessun commento:
Posta un commento