..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 9 dicembre 2012

MATCH REPORT: ARSENAL 2-0 W.B.A.

Ci voleva una vittoria, ed una vittoria è arrivata, ci voleva un pomeriggio dove le cose andassero per il verso giusto, senza infortuni, con un episodio a nostro favore ed il risultato finale che dicesse tre punti per noi, e così è stato.
Si riprende il cammino dopo aver sofferto il fatidico (per noi) mese di novembre, rimettendoci in corsa per il terzo posto, visto che allo stato attuale la testa della classifica dista troppi punti di distanza.
Oggi pomeriggio a Manchester si disputerà il big match tra le prime della classe ed una vittoria del City, cosa in cui tutti speriamo, azzererebbe il discorso fatto da Sir Ferguson nella conferenza stampa di ieri: “a lottare per il titolo siamo solo in due”. Ai primi di dicembre? Strano che uno come il Sir se ne sia uscito con una dichiarazione del genere, forse preoccupato per un campionato che non riesce a trovare mai una continuità di rendimento.
Tornando a noi. Contro i Baggins abbiamo messo in campo quello che è oggettivamente mancato nelle ultime settimane e soprattutto è tornata, visti i giorni di riposo concessi da Wenger ai titolari, una condizione atletica che ha permesso corsa e concentrazione per tutti i novanta minuti di gioco.
Qualcuno inizierà a dire che ieri abbiamo superato una formazione che ha dato tanto e che oggi patisce un calo di forma e di rendimento. Potrà anche esserci una mezza verità in tutto questo, ma se penso ad uno Swansea corsaro all’Emirates solo una settimana fa e lo vedo sconfitto in casa dal Norwich, mi prendo questi tre punti come se avessimo superato il Real Madrid.
Prova sostanzialmente ottima per tutti i ragazzi scesi in campo, per determinazione, voglia e carattere. Su tutti Jack Wilshere, faro a 360° di un centrocampo che sta crescendo e che potrebbe trovare il suo apice tra le feste di Natale e l’inizio del nuovo anno.
Pesantemente negativa sotto l’aspetto dello spirito di squadra la prova di Giroud, che in appena sessanta secondi ha letteralmente mandato alle ortiche una prova complessiva più che sufficiente.
L’episodio? Nel momento in cui Mike Jones ha decretato il secondo penalty di giornata. Quell’arroganza nel “disturbare” Arteta in un momento delicato come quello non ha scuse né merita giustificazioni.
Il rigorista dell’AFC di ieri pomeriggio era Arteta e Mikel ha fatto bene ad avere il carattere di prendersi per due volte una responsabilità non da poco, soprattutto memore dell’errore costato due punti contro il Fulham.
Ciò che ancor di più m’ha irritato è stato vedere Giroud fregarsene della realizzazione del secondo rigore di Arteta: tutti a festeggiare il raddoppio con Mikel mentre lui se ne andava verso il centrocampo come quei bambini “bastonati” per non essere riusciti a convincere i genitori ad acquistare il capriccio di turno.
Spero che questo “capriccio” costi al francese una bella strigliata e magari qualche panchina, castigo esemplare per fargli comprendere che l’AFC è una squadra e non luogo dove ognuno cerca di portare acqua al proprio mulino.
Martedì sarà serata di Capital One Cup, contro il Bradford, per far disputare minuti a chi ne ha meno nelle gambe e fare riposare quel blocco che ieri ha dimostrato che con una condizione fisica decente può battere chiunque.

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