Cipro dovrà ridurre il deficit, risolvere i problemi del settore bancario, alzare le tasse e privatizzare beni statali. Queste le parole espresse dall'olandese (e presidente) Jeroen Dijsselbloem al termine della riunione dell'Eurogruppo tenutasi a Bruxelles.
Il piano di "salvataggio" da dieci miliardi (inizialmente stimato in 17) si focalizza in alcuni punti fondamentali, tra cui una tassa una tantum del 6,76% destinata ai proprietari di conti bancari inferiori a centomila euro, mentre la percentuale salirà al 9.9% per tutti quelli superiori. La misura, ha dichiarato Dijsselbloem, porterà 5,8 miliardi netti nelle casse dello Stato.
Le banche cipriote stanno oltretutto adottando misure restrittive per fare in modo che dai conti non sia possibile ritirare il denaro per evitare la tassa. Joerg Asmussen, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, ha sottolineato che la Bce è pronta a fornire liquidità in caso di emergenza per rispondere al timore della tassa da parte delle banche, aggiungendo che la tassa è uno strumento appropriato, tagliato su misura per la situazione di Cipro.
Asmussen ha anche voluto rassicurare sul fatto che una simile misura non sarà applicata ad altri Paesi che hanno già ricevuto prestiti di salvataggio, come Grecia, Irlanda o Portogallo, dicendo che i loro bisogni economici sono coperti dai prestiti internazionali. Dijsselbloem, al termine dell'accordo, ha dichiarato che questo tipo di "assistenza" è garantita per salvaguardare la stabilità finanziaria e l'eurozona.