..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 29 settembre 2013

E' TUTTO VERO?

Ho la sensazione che si stia giocando come quando il gatto gioca con il topo. Ho l'impressione, confermata dal match disputato al Liberty Stadium, che si riesca a comandare il ritmo del gioco a proprio piacimento e soprattutto a seconda delle proprie convenienze.
Non è mistero che la grandinata di infortuni a cui siamo andati incontro non ha permesso, in un periodo come questo, di far rifiatare elementi che giocano titolari dalla trasferta asiatica di quest'estate, eppure questo non ha influito minimamente sui risultati, sulle prestazioni, sulla sostanza.
Da tre partite, a Marsiglia, in casa con lo Stoke e ieri in terra di Galles, giochiamo decisamente a ritmi inferiori rispetto a quello che siamo abituati a vedere, e a fare. 
Questa, agli occhi, potrebbe sembrare la classica situazione in cui le energie sono ai minimi termini, dove delle necessità si debba fare virtù. 
Invece si scopre all'improvviso che la squadra cambia completamente faccia, aumenta i ritmi, soffoca l'avversario, lo mette sotto, non gli da scampo, travolgendolo con giocate da Playstation; il goal del vantaggio siglato da Gnabry l'esempio lampante.
Tutto questo c'ha portati ad essere soli in testa alla classifica, con vantaggi, dopo solo sei giornate di campionato, che si stanno facendo imbarazzanti: +2 sugli Spurs, +4 sui Blues, +5 sul City, altrettanti sui Reds (che hanno una gara in meno) e addirittura +8 sullo United. Vinciamo fuori casa, in Premier League, dal marzo di quest'anno, con il piglio di chi scende in campo sapendo di essere più forte, a prescindere dall'avversario.
Tutto vero? Assolutamente si. Potete tranquillamente darvi un pizzicotto che la realtà non muterà di una virgola, che i numeri che andrete a leggere saranno reali, che quello che stiamo facendo è vero come i goal che sta segnando Aaron Ramsey, come la superiorità tecnico-tattica che stiamo portando in ogni rettangolo di gioco.
Diciamo che la verità abita nel mezzo. Avendo pochi cambi a disposizione si sono impostate le ultime partite cercando di non buttare energie preziose, correndo quando è necessario, portando l'avversario il più distante dalla nostra area, posizionandoci in una fetta di campo non più lunga di 25/30 metri. Questo ha sempre permesso di rimanere saldamente in partita, di non andare sotto (nelle 6 gare di Premier siamo sempre andati in vantaggio), di prendere le misure necessarie per poi colpire.
L'aver saputo inaridire la zona centrale del campo, consentendo alla difesa a quattro di intervenire solo in chiusura, c'ha fatto assumere grande fiducia ed enorme consapevolezza.
In questo contesto sono venute fuori le capacità dei singoli, e la squadra ha preso il volo.
Giudicare chi ieri pomeriggio è stato il migliore in campo è forse fin troppo facile, ma le citazioni interessano un po' tutti. Da Szczesny, sicuro nelle uscite e decisivo nelle conclusioni dalla lunga distanza, dalla coppia di centrali Mertesacker-Koscielny, ormai sempre più solida e ricca di feeling, dai due esterni capaci di essere determinanti sia in fase offensiva (più Gibbs) che in fase difensiva (più Sagna). Di tale Flamini sembrava non ce ne fosse bisogno, e invece il suo schermo davanti alla difesa ha portato quella compattezza di reparto di cui avevamo tanto bisogno, e l'avere sempre di fianco uno come Wilshere ne ha accresciuto il valore. Ozil è forse sembrato l'unico con un po' di birra in meno nelle gambe, ma dai suoi piedi è sempre e comunque nata l'azione del vantaggio, da un suo inserimento è scaturita la conclusione che avrebbe potuto mettere ancor prima la partita in archivio. Di Ramsey che altro si può aggiungere, continua a segnare, continua a dispensare geometrie, continua a fare a randellate in mezzo al campo; il mio più spassionato consiglio è quello di continuare a farlo giocare, anche la partitella tra amici del giovedì sera.
Giroud è andato in bianco per il terzo match consecutivo, ma la lente della sua partita ha evidenziato un giocatore in continua evoluzione, che sa sacrificarsi quando deve, che sa quando è il momento di far rifiatare la squadra, che sa offrire l'assist nel momento più importante del match.
Chiusura inevitabilmente dedicata a Serge Gnabry. Il diciottenne tedesco, proveniente dall'Academy, in due match di Premier ha dimostrato maturità, capacità, inserendosi perfettamente in un sistema di gioco che ne sta esaltando le qualità. Wenger c'ha sempre abituato a tirare fuori talenti dal suo cilindro, ma questo ragazzo, oltre al talento, ha una dote che dalle parti di London Colney non le si vedeva dai tempi del primo Jack. Gioca semplice, commette il minimo indispensabile di errori, legge il momento, capisce quando arriva la situazione in cui prendersi delle responsabilità. Se la carta d'identità non dicesse nato il 14 luglio 1995, tutti penserebbero ad un giocatore navigato, con esperienza internazionale, invece alla sua seconda partita in Premier (la terza se si conta l'esordio a match in corso della scorsa stagione), oltre ad aver siglato un meraviglioso goal, ha messo in campo classe, coraggio, responsabilità, risultando al termine dei suoi 78 minuti di gioco il MOTM, per distacco.
Stamane è giusto pensare a martedì, alla Champions, ad un Napoli che verrà a Nord di Londra con il serio intento di proseguire il cammino europeo. Stamane si farà la conta di chi ha già recuperato, di chi dovrà farlo nelle prossime ore, di chi, come Rosicky, potrebbe essere aggregato alla squadra almeno da potersi sedere in panchina. Stamane, però, ci godiamo il primo posto in classifica, consapevoli che sei giornate di campionato non assegnano nessun titolo, consci che quando arriverà la prima sconfitta dovremmo esser bravi ad assorbirla, ad affrontarla, a digerirla, razionali a tal punto da rendersi conto che questo momento ci dice bene e che domani non tutte le ciambelle usciranno con il buco.
Stamane, però, siamo in testa al campionato, con tutte le favorite a guardarci dal basso, magari a domandarsi: ma è tutto vero? COYG!!!